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30 ago 2010

Che la trasparenza non sia opaca

di Luciano Caveri

La gestione delle notizie, in una società dell'informazione complessa come la nostra, è un tema sempre più delicato e di difficile utilizzo. Non sempre quel che si crede essere trasparente risulta tale alla fine dei conti e anzi esiste il rischio che tutto diventi opaco. Così il limite fra gol e autogol è sottile. Ci pensavo leggendo sul Web come è "uscita" l'informazione sui parassiti del pesce crudo che hanno intossicato i partecipanti ad una cena in Valle, cui vanno i miei auguri di pronta guarigione (conosco la chef del ristorante e so che si tratta di persona competente per cui sarà bene "tracciare" il prodotto incriminato). Una buona intenzione (rassicurare con una conferenza stampa con esperti l'opinione pubblica locale sul fatto che non ci fosse nessun possibilità di contagio) si è trasformata in un tam tam su di un verme nel pesce in Valle d'Aosta in una cena VIP. I contorni più ci si allontanava dalle fonti e più - come capita in Rete - hanno assunto un carattere grottesco e inopportuno per il progressivo degradarsi del buon messaggio iniziale. E' questo un approccio sempre più difficile in cui ovvie esigenze di informazione si scontrano con i crescenti rischi di manipolazione. E i vermi diventano, nel montare della notizia, grandi come coccodrilli. Un paradosso scherzoso, ma neppure troppo...