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22 ago 2010

Non è un Paese normale

di Luciano Caveri

Se fossimo in un Paese normale, specie in questo contesto di crisi economica internazionale che continua a colpire malgrado certi ottimismi, si convocherebbe il Parlamento per una discussione politica che accerti o meno l'esistenza di una maggioranza: in caso contrario si aprirebbe una crisi con due sbocchi possibili. Il primo scenario è un Governo di più o meno larghe intese, il secondo è rappresentato dalle elezioni anticipate. Se questo fosse il caso, come personalmente credo, ogni settimana risulterebbe preziosa per fissare al più presto la data delle elezioni per evitare situazioni di vuoto. Invece prima della metà di settembre tutto sarà... extraparlamentare perché siamo in estate. Di conseguenza viviamo un tripudio di dichiarazioni in televisione: in abiti sportivi, i leader nazionali o sconosciute controfigure, quando i big sono in vacanza con destinazioni lontane, si sfidano a distanza su chi sia fra di loro il più arguto. Trionfa, in tournée in diverse destinazioni nel Nord Italia, Umberto Bossi, che le elezioni le vuole pensando a un successo elettorale della Lega, e che viene decodificato dai cronisti a causa di quella crudele malattia che lo ha colpito e alla quale ha reagito con una forza d'animo invidiabile, pensando - oggi così in difficoltà a confronto con il passato - a quel profilo tribunizio che era una delle sue caratteristiche.