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23 mag 2010

Creso non abita più qui

di Luciano Caveri

Rigore: questo sarà il refrain delle prossime settimane ed è bene prepararsi a brutte sorprese. Soprattutto quando si fa un ragionamento che dice in modo nudo e crudo come sia lo Stato sociale (il Welfare) sul banco degli accusati, che vuol dir tutto e niente, specie vedendo il problema da una realtà come la Valle, dove la mano pubblica è oggettivamente come la dea Kalì (quattro braccia...).  Certo è che le "bastonate" arriveranno con una manovra a vasto raggio di cui francamente per ora si hanno solo quelle anticipazioni date ad arte con il contagocce. Non mi stupisce affatto: quando ero deputato - e di Finanziarie ne ho seguite una dozzina molto da vicino - mi divertivo a seguire tutto l'iter, partendo da annunci sulla stampa, passando da prime bozze, per poi arrivare ad un testo depositato sino al passaggio parlamentare finale e decisivo quasi sempre con la "fiducia" che riportava in mano al Governo il "boccino" delle decisioni. Il "crescendo" delle prossime ore, con la drammatizzazione fatta di conti, tagli, sacrifici e "lacrime e sangue", sarà istruttivo per chi pensava che fiumi di denaro scorressero verso la Valle d'Aosta. Anzi...