Niente decreto, per fortuna (... invece lo hanno fatto!!!)

Il Presidente Napolitano a BruxellesImmagino lo stato d'animo del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Reduce da un grande successo personale a Bruxelles dove è stato in visita alle Istituzioni europee, si è dovuto reimmergere ieri sera nella fanghiglia italiana riguardante i pasticci nella presentazione delle liste in Lombardia e Lazio da parte del PdL.
Parlo di "pasticci" non per una logica assolutoria, perché chi ha trafficato malamente con firme, code, listini lo ha fatto senza tener conto delle procedure di legge e le accorate invocazione alla democrazia sono risibili.
Ieri si parlava di decreto legge, bocciato da Napolitano, che non poteva accettare un vero e proprio blitz in barba alla Costituzione che fissa paletti alla decretazione d'urgenza, oltretutto limitata anni fa dalla Corte Costituzionale e ciò ha evitato il vecchio sport nazionale della reiterazione infinita dei decreti legge.
Sembrano tecnicismi, ma questo è sì argomento che delimita gli abusi a tutela delle regole democratiche.
Vedremo ora le prossime puntate: certo i vecchi partiti, meno glamour e patinati, sapevano presentare le liste ed evitare errori puerili, che pare nascondano camarille al limitare della presentazione appunto per lotte intestine fra correnti interne. Facile prevedere, dopo le elezioni, rimescolamenti di carte nel centro-destra con ricadute anche in Valle.

Commenti

Come l' olio con l' acqua:

li mescoli, li giri, li rigiri ma alla fine si separano sempre. Il PdL mi ricorda il film "Enrico IV" con Marcello Mastroianni, dove tutta la corte era fatta di attori ben pagati e dove non si sa se il (nostro) finto Reuccio ci è o ci fa.
Detto ciò e ribadendo che se potessi votare voterei per l'opposizione, mi lascia comunque perplesso il fatto che forse il 60 per cento dei lombardi che andrebbero a votare non potranno scegliersi il candidato che, a sentire i sondaggi, sembrano preferire. Un professore di diritto privato a Torino usava dire alla prima lezione «la legge e il buon senso sono due cose diverse, separate e distinte» almeno in Italia.
Forse questa volta sarebbe più giusto usare il buon senso che non la legge. Una bel "mea culpa" pubblico però non ci starebbe male...

Le leggi elettorali...

sono leggi delicate. La raccolta delle firme, ad esempio, ha impedito ai radicali di presentarsi in alcune Regioni: come la mettiamo?
Insomma: le regole vanno rispettate e sono d'accordo sul fatto che almeno facciano pubblica ammenda sugli errori compiuti al posto di parlare di libertà, democrazia, burocrazia...

Hai probabilmente ragione.

E' solo che più si analizza la situazione e più viene la vergogna per la classe dirigente che abbiamo lasciato venir fuori. E aspetta cinque o sei anni quando i partiti saranno composti solo da dentisti e vallette.
Altro che questore, pretore e console: il cursus honorum passerà da "Grande Fratello" a calendario fino all'Isola dei Famosi.
Intanto noi comuni mortali se non abbiamo timbri, firme e certificati in perfetto ordine perdiamo diritto a mutui, pensioni, indennizzi, ecc. E di certo per noi proroghe e dispense tramite decreto nessuno sta a farle...

Lo hanno fatto...

il decreto con una logica giuridica furbesca e da Azzeccagarbugli.
Siamo ormai come un Paese africano, altro che diritto!!!

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