February 2013

Pensierino della sera

Laurent Viérin e Rudi Marguerettaz dopo lo scrutinioSono stanco, dopo il lungo e grottesco (leggi Nus) scrutinio per i nostri 100mila elettori per le elezioni politiche con l'elementare sistema uninominale all'inglese, e vado a dormire, perché la notte porta consiglio. Ma, a caldo, vorrei fare due brevi considerazioni.
La prima riguarda la Valle d'Aosta. Ovviamente mi spiace che l'Union Valdôtaine Progressiste e il suo candidato Laurent Viérin abbiano perso per un pugno di voti (185 per la precisione, a fronte di 3.035 schede nulle...) contro la corazzata Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération e Popolo della Libertà, cioè Silvio Berlusconi. Se compariamo i voti sulla carta, "Davide" ha quasi sconfitto "Golia", visto che la coalizione vincente contava su oltre 52mila voti pensando alle elezioni regionali del 2008, per cui sono soddisfatto dei nostri 18.191 e questo risultato, in solitaria, di un Movimento appena nato, è foriero di grandi soddisfazioni, specie per chi conosca i meccanismi della legge elettorale regionale. Per cui questa sera qualcuno ha fatto buon viso a cattivo gioco, perché l'esito di certo non può piacergli in vista del 26 maggio.
Seconda considerazione: faccio, per correttezza, gli auguri ai due nuovi parlamentari, Rudi Marguerettaz ed Albert Lanièce, ma il pasticciaccio brutto delle elezioni politiche in Italia sembra non dare una grande lunghezza alla neonata XVII legislatura, per cui la rivincita potrebbe essere più vicina di quel che si pensa.
Ringrazio gli elettori che ci hanno dato fiducia e non tradiremo le loro speranze.

Vivi e vegeti

L'ex senatore Antonio Fosson durante un comizio della lista 'Vallée d'Aoste'Questa mattina mi sono svegliato prima del solito, travolto da una ridda di pensieri, dopo aver guardato i dati nazionali ormai assestati e dopo aver riguardato i dati della Valle d'Aosta.
Il quadro a Roma sembra davvero la premessa al ritorno alle urne in tempi rapidissimi. Viviamo, infatti, in un sistema istituzionale di "bicameralismo perfetto" e dunque le due Camere per governare devono avere la stessa maggioranza. Mentre il centrosinistra ha avuto per un pelo la maggioranza a Montecitorio, al Senato questa stessa maggioranza non ce l'ha: un rebus. Questa è la situazione comunque la si giri e l'arrivo di un partito antisistema come il "Movimento 5 Stelle" di Beppe Grillo rende la situazione ancora più complicata. Come mai si sia arrivati a questo punto è difficile dire: in primis un Partito Democratico che ha buttato via la svolta di un Matteo Renzi che avrebbe sparigliato e poi il ruolo di Mario Monti, punito per la sua stupida arroganza e lo stesso vale, per altre ragioni, per il sulfureo Antonio Ingroia e i suoi estremismi. Morti Gianfranco Fini, Pierferdinando Casini, Antonio Di Pietro e altri ancora, su queste macerie svetta un Grillo con cui fare i conti e francamente non so bene quali siano.
Nel centrodestra Silvio Berlusconi recupera incredibilmente, ma in fondo affossando il suo schieramento, compresa una Lega che attende questa mattina, per avere da Roberto Maroni, presidente della Lombardia, un po' di ossigeno.
In questo quadro si inseriscono le particolari circoscrizioni elettorali della Valle d'Aosta per Senato e Camera con i due parlamentari eletti dallo schieramento Union Valdôtaine, Stella Alpina, Fédération autonomoste e Popolo della Libertà (alleato silente in campagna elettorale per l'esigenza di stare nascosto ma parlante, per prendersi i suoi meriti, dopo il risultato).
Certo per la Camera, non avendo espresso un suo candidato al Senato con gran dispiacere di parte dell'elettorato, il nuovo soggetto politico cui appartengo - l'Union Valdôtaine Progressiste - è stata la novità in modo così eclatante che il nostro candidato alla Camera, Laurent Viérin, ha perso per soli 185 (cento-ottanta-cinque!) voti. Un risultato complessivo superiore ai 18mila voti che lascia a bocca aperta e riempie di responsabilità e obbliga a fare i conti con noi in vista delle imminenti elezioni regionali, vista anche la mappa del successo in una quarantina di Comuni dove siamo il primo partito, compresi Comuni che mai si sarebbe detto alla vigilia.
I commenti, en gros, possono essere i seguenti: l'Alleanza autonomista perde molti voti rispetto a regionali e politiche precedenti, ma i commenti restano entusiastici, mordaci e pure vagamente minacciosi come se l'avventura elezione fosse stata un trionfo.
Alpe si lecca le ferite e il PD non si capisce se voglia essere o no dialogante, dopo non esserlo stato prima di queste elezioni. I "grillini" sfondano di brutto e sono un soggetto politico da non sottostimare ad Aosta come a Roma, il resto è poca cosa, pur con qualche curiosità, tipo la batosta ai finti arpitani e il successo della lista "La Destra" che inneggia al Duce e la Lega che prende pochi punti percentuali.
Noi "progressistes" festeggeremo il risultato domani sera alle 20.30 al "Pezzoli" di Gressan e lavoreremo per il futuro con fiducia.
Certo fa male vedere in televisione il senatore uscente Tonino Fosson, nostro compagno di strada prima della fondazione dell'UVP, poi "folgorato" sulla via di Damasco da quell'Augusto Rollandin che considera la sua "bestia nera" (politicamente, s'intende).
Fatti suoi, naturalmente.
In politica di può fare tutto e il contrario di tutto e lui lo ha fatto e non è stato il solo ad essere finito - immagino felicemente e non per il solo "regno dei cieli" - in una "campagna acquisti" prima delle politiche che, dati UVP alla mano, non sembra avere avuto il successo sperato.
Abbiamo perso le elezioni per la Camera, perché i numeri non sono bruscolini, ma senza dare la soddisfazione di vederci morti a chi ce lo augurava. Anzi siamo vivi e vegeti.
Ora, appuntamento al 26 maggio per le elezioni regionali, "girone di ritorno".

Lo tsunami che verrà

Nessuno mai avrebbe pensato che alla sua prima uscita elettorale l'Union Valdôtaine Progressiste avrebbe fatto un risultato elettorale così eclatante da sfiorare per un soffio il seggio alla Camera con Laurent Viérin.
Che il vento fosse stato favorevole, per essere onesti, lo avevamo percepito durante la estenuante campagna elettorale, ma che salissimo oltre quota 18mila voti non era davvero prevedibile.
Da quella vetta di voti vengono le vertigini e cresce il senso di responsabilità, specie scorrendo il lungo elenco di Comuni dove abbiamo avuto il primo posto in termini di suffragi.

La corsa ad ostacoli per la pensione

Ostacoli da garaVivo sempre con curiosità le vicissitudini di amici e colleghi che si avvicinano alla pensione.
In questo periodo alla macchinetta del caffè, rito mattutino che cementa la comunità, si parla spesso con coloro che sono in trepidante attesa di notizie, specie quando - il periodo è propizio - si propongono "scivoli" per far dimagrire gli organici delle aziende.
Nulla a che fare con i fortunelli in pensione da decenni noti come "baby pensionati" e neppure con quelli che tra "scale", "scalone" e "scalini" sono giunti all'agognata meta, mi riferisco proprio ai dolenti degli anni Cinquanta che hanno una probabilità di pensione che somiglia ad un orizzonte sempre mobile e, appena ti avvicini al momento topico, la data buona si sposta in avanti e la pensione si immiserisce per via dei calcoli sempre peggiorativi.
Sono storie di vita quotidiana in cui spicca come una figura mitica quello "bravo" di un certo patronato che sgattaiola come un gatto nell'intrico di una materia da iniziati, con linguaggio misteriosofico da cui deve discendere, alla fine, la certezza del diritto e cioè il giorno, mese e l'anno in cui si può lasciare il lavoro.
Gli ostacoli stanno nel legislatore, in alcuni enti previdenziali vivi, morti o moribondi, nel mistero di quelle che noi umani chiamiamo "marchette" e nella realtà fattuale dei percorsi lavorativi di ciascuno di noi tra il primo contributo versato, i ricongiungimenti, il riscatto della laurea o del militare e avanti di questo passo in una corsa ad ostacoli degna del miglior atleta.
Le riforme pensionistiche, costate in Italia "lacrime e sangue", sono considerate le più draconiane possibili e poi basta leggere i giornali per essere depressi.
Ecco una delle ultime notizie: "Profondo rosso per l’Inps. Lo evidenzia il bilancio di previsione per il 2013 dell’istituto nazionale di previdenza approvato dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ) - con due voti contrari della delegazione Uil - che parla di 10,721 miliardi di euro di disavanzo finanziario di competenza, con un incremento di 2,762 miliardi rispetto al disavanzo di 7,959 miliardi delle previsioni aggiornate 2012. Sul dato pesa il rosso dell'ex Inpdap, l'ente di previdenza della pubblica amministrazione che è stato accorpato con l'Inps".
Aiuto!

Quel TIR nella notte

Tir parcheggiatiQuando leggo delle notizie di cronaca nera, mi verrebbe voglia di aver tempo di scavarci dentro, senza rozze logiche di voyeurismo delle tragedie altrui tipiche di certa stampa e di certa televisione. Esistono, semmai, in molte vicende di questo genere contenuti umani degni di un feuilleton, che andrebbero evocati in un approccio serio e partecipato come esemplari della società in cui viviamo.
Ci pensavo a proposito di sabato sera quando, senza immaginare la tragicità dell'epilogo, ho telefonato alla mamma di una compagna di classe di mia figlia Eugénie, che stava rientrando da Aosta con le due ragazze che avevano partecipato ad una festa di classe. Non mi rispondeva e suonava a vuoto anche il telefono di mia figlia. Dopo pochi minuti, la madre mi ha richiamato ed era allarmata: erano incappati in un camion che zigzagava sull'autostrada ed erano riusciti a superarlo, dopo che altre macchine avevano rischiato di essere schiacciate contro il guard-rail in fase di sorpasso e questo solo perché il "Tir pericoloso" aveva accostato prima della gallerie di Châtillon.
Sull'episodio la donna aveva allertato per telefono le forze dell'ordine e stava riaccompagnando mia figlia a casa. Brutta storia, avevo commentato.
Poi l'indomani ho letto la notizia: il camionista era ripartito dalla sosta e aveva proseguito per qualche chilometro, poi - se ho ben capito, in pigiama, - era caduto o si era buttato dall'abitacolo sulla strada, mentre il camion proseguiva la sua corsa senza guida sin oltre le gallerie di Montjovet, e l'uomo steso sull’asfalto era stato prima scartato da un'auto in transito e poi ucciso perché ineluttabilmente investito da un pullman.
Il camionista 38enne, morto sul colpo, era di origine romena e lavorava per una ditta milanese. Aveva caricato della merce in Francia e stava rientrando per consegnare il camion.
Dietro di lui - al là dei dubbi che potesse essere ubriaco che penso saranno chiariti dall'odierna autopsia - un fenomeno ben noto di stress, conseguenza della liberalizzazione, troppo spesso selvaggia, dell'autotrasporto e il rischio che, malgrado i molti accorgimenti - come il cronotachigrafo elettronico che serve a verificare le ore di guida ed il rispetto delle soste obbligatorie - il lavoro diventi impossibile e la concorrenza fra lavoratori e società apra a personale non sempre qualificato e ad imprese talvolta non rispettose dei criteri di sicurezza. E non sono considerazioni a vanvera, ma tesi avanzate contro gli eccessi della concorrenza dalle più serie delle associazioni degli autotrasportatori.
Non mi riferisco dunque al caso specifico, non avendo elementi in più (e spetta alla Magistratura illuminarci sugli esiti dell'inchiesta), ma partendo proprio da questo caso si potrebbe raccogliere un dossier interessante che mostrerebbe un "dietro le quinte" davvero preoccupante anche per le nostre strade e i nostri trafori che sono corridoio di transito e anello importante della Rete Transeuropea dei trasporti su gomma.
E la sicurezza, per evitare deregulation inquietanti, è tema da tenere in grande considerazione.

Le beffe sul nuovo riparto fiscale

Qualche problema sul riparto fiscalePubblico un mio intervento nell'ultimo Consiglio Valle per un'interrogazione sul nuovo riparto fiscale della Valle e il suo svuotamento a causa sia del Governo Berlusconi che, peggio ancora, del Governo Monti.
La risposta fornita da Leonardo La Torre, assessore alle finanze, già Fédération Autonomiste ed oggi "Gruppo misto" e dunque assessore di sé stesso, è stata una breve nota, pure contraddittoria che esprimeva soddisfazione per la prima applicazione nel 2011 delle nuove norme, quando proprio in quell'anno l'attacco al contenuto del rinnovato ordinamento finanziario è partito dal sempiterno Giulio Tremonti.
Stupisce che un assessore non pretenda di avere una buona risposta dai suoi funzionari, ma certo per farlo deve padroneggiare la materia finanziaria, che non è facile.
Tutto parte dai decreti legislativi del 1945, nel corso della prima autonomia, e una certa debolezza nelle certezze finanziarie è presente nello Statuto del 1948 e nella lunga fase che va dal 1948 sino alla celebre legge 690 del 1981 che fissò elementi di certezza e il famoso principio del nove decimi sulle principali tasse e imposte. Importante fu poi - e la seguii di persona - quel fondo compensativo, ottenuto nel 1993, per il venir meno dell'IVA ottenuta coi TIR che sdoganavano all'Autoporto di Pollein. L'ordinamento fu poi "blindato" con il principio dell'intesa pcon norma d'attuazione nel 1994.
Nel 2009 arriva il federalismo fiscale e l'accordo conseguente che portò alla norma d'attuazione 12 del 2011 che seguii come membro della "Commissione Paritetica Stato - Valle d'Aosta".
I famosi dieci decimi (ma con la contemporanea rinuncia a crediti che la Regione aveva accumulato dallo Stato!) compensavano solo in parte i tagli progressivi, sino alla sua scomparsa nel 2017, del fondo compensativo già citato. Ma soprattutto quel che ha pesato sono l'impatto sul nuovo riparto delle manovre finanziarie con lo Stato che trattiene parte della fiscalità indebitamente (lo ha già detto la Corte Costituzionale su un decreto dell'epoca Berlusconi) e con il peggioramento delle norme cogenti derivanti dal patto di stabilità.
Ascoltando credo capirete meglio il problema!

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