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25 set 2020

La fiducia contro lo spleen

di Luciano Caveri

Un pensiero ad urne ancora aperte, che deriva tuttavia non solo dai ricordi e dalle esperienze, ma dall'attualità della Valle d'Aosta di oggi, compresa la full immersion nelle settimane di campagna elettorale. Esiste un aspetto che mi interessa e che riguarda il vecchio vizio, che sopravvive e si sviluppa, del piangersi addosso, vale a dire del rischio dell'autocommiserazione. Mi è capitato di adoperare una parola, che è "spleen". Un termine inglese (dal greco "σπλήν, milza", il cui umore nero, secondo la medicina ippocratica, causava l'ipocondria) che indica uno stato d'animo caratterizzato da malinconia, insoddisfazione, noia e fastidio di tutto. A dire la verità, tratto anche dal francese "esplen" (oggi si usa "rate") esisteva anche in italiano, ormai sparita, la parola "splene".

Per capirne i rischi di questo stato d'animo come non ricordare la poesia "Spleen" di Charles Baudelaire: «Quand le ciel bas et lourd pèse comme un couvercle Sur l'esprit gémissant en proie aux longs ennuis, Et que de l'horizon embrassant tout le cercle Il nous verse un jour noir plus triste que les nuits; Quand la terre est changée en un cachot humide, Où l'Espérance, comme une chauve-souris, S'en va battant les murs de son aile timide Et se cognant la tête à des plafonds pourris; Quand la pluie étalant ses immenses traînées D'une vaste prison imite les barreaux, Et qu'un peuple muet d'infâmes araignées Vient tendre ses filets au fond de nos cerveaux, Des cloches tout à coup sautent avec furie Et lancent vers le ciel un affreux hurlement, Ainsi que des esprits errants et sans patrie Qui se mettent à geindre opiniâtrément. Et de longs corbillards, sans tambours ni musique, Défilent lentement dans mon âme; l'Espoir, Vaincu, pleure, et l'Angoisse atroce, despotique, Sur mon crâne incliné plante son drapeau noir».

Ebbene, devo dire con gioia di avere incontrato nel mio lavoro ripreso alla "Rai Vd'A" dal 2009 e nella parallela passione politica tantissime persone in Valle d'Aosta che non indulgono affatto a pessimismi e cupezze. Anzi, ho avuto la conferma di quante energie, voglia di fare, operosità e coraggio alberghino in una Regione, pur piccola, come la nostra. Ma in molti casi mancano la rete e la conoscenza reciproca e la Politica non riesce più ad aggregare forze e la stessa Autonomia non è più un elemento di fierezza, di identità e di coesione sociale ed economica. Bisogna che ci sia una grande mobilitazione e avere una grande fiducia in noi stessi e nelle potenzialità nostre e del nostro territorio. Con Kahil Gibran: «Il dubbio o la fiducia che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso».