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28 lug 2019

Cet amour

di Luciano Caveri

I pensieri estivi si riempiono di luce e di colori ed è vero che il nostro umore ne risente in profondità. In certe giornate d'estate, se non ci fosse la preghiera laica della lettura dei giornali, potremmo davvero solo pensare positivo e invece - maledizione! - l'umanità riesce sempre a tenere aperta la porta degli inferi con orrori e preoccupazioni quotidiani. Ho avuto la fortuna per alcuni giorni di poter correre all'alba fronte mare, con quel sorgere del sole inusuale per chi viva in montagna con la linea dell'orizzonte marino da cui compare quella palla di fuoco che non finisce mai di stupire per la solennità dell'apparente ascesa. Non sorprende affatto che i culti solari siano i più antichi: visitando le moschee, dove il prostrarsi verso la Mecca è un caposaldo irrinunciabile, ci è stato spiegato come questa tradizione sia proprio legata a culti precedenti di inchino al sole.

Sappiamo bene come non a caso la stessa nascita di Gesù sia stata fissata il 25 dicembre, in vicinanza di quel solstizio d'inverno, periodo in cui era già consuetudine celebrare un altro Natale, quello del Sole che molti popoli del Mediterraneo erano abituati a venerare fin dalle epoche più remote. Ma devo dire che durante queste corsette mattutine riflettevo sulla forza prorompente, che colpisce anche chi non ha la fede, del messaggio d'amore del cristianesimo, usato poi malamente nei secoli per tradirne troppo spesso la sostanza. Lo facevo sull'onda dell'indicibile tenerezza di vedere due aspetti di questo medesimo sentimento. C'erano ogni mattina una coppia di vecchietti francesi nella prima fila degli ombrelloni seduti a fianco sulle loro sdraio e li ho rivisti in giro ad orari diversi. Direi coetanei, lei più malandata con evidenti difficoltà nel camminare, lui - a farle da spalla - pieno di piccole attenzioni affettuose. Li salutavo in quella nostra complicità antimeridiana e sorridevano. Poco più avanti storie diverse di ragazzi giovanissimi in coppia o in gruppo di cui si avvertiva quella ingenuità delle scoperte. Dall'amore della maturità, di un senilità fatta di silente complicità, a quello nascente, che ognuno di noi ha vissuto, certo più chiassoso e febbrile. Fatemi sparigliare. Anche questa estate ho fatto parecchia radio e devo dire che la scelta delle canzoni adatte, a seconda del tema, è sempre divertente. Ma certo è che l'amore è un grande motore di ogni ispirazione di qualunque stile e tipologia e le arti ribollono di passioni. Si soffre, si gioisce, si insegue e si è inseguiti, si palpita, si viene travolti. Un caleidoscopio di sentimenti gira attorno a questa storia dell'amore con l'ampiezza capace dell'essere umano, che non è solo e per nostra brillante costruzione culturale la prosaica storia della continuità della specie. Con il grande Jacques Prévert: «Cet amour Cet amour Si violent Si fragile Si tendre Si désespéré Cet amour Beau comme le jour Et mauvais comme le temps Quand le temps est mauvais Cet amour si vrai Cet amour si beau Si heureux Si joyeux Et si dérisoire Tremblant de peur comme un enfant dans le noir Et si sûr de lui Comme un homme tranquille au milieu de la nuit Cet amour qui faisait peur aux autres Qui les faisait parler Qui les faisait blêmir Cet amour guetté Parce que nous le guettions Traqué blessé piétiné achevé nié oublié Parce que nous l'avons traqué blessé piétiné achevé nié oublié Cet amour tout entier Si vivant encore Et tout ensoleillé C'est le tien C'est le mien Celui qui a été Cette chose toujours nouvelles Et qui n'a pas changé Aussi vraie qu'une plante Aussi tremblante qu'un oiseau Aussi chaude aussi vivante que l'été Nous pouvons tous les deux Aller et revenir Nous pouvons oublier Et puis nous rendormir Nous réveiller souffrir vieillir Nous endormir encore Rêver à la mort Nous éveiller sourire et rire Et rajeunir Notre amour reste là Têtu comme une bourrique Vivant comme le désir Cruel comme la mémoire Bête comme les regrets Tendre comme le souvenir Froid comme le marbre Beau comme le jour Fragile comme un enfant Il nous regarde en souriant Et il nous parle sans rien dire Et moi j'écoute en tremblant Et je crie Je crie pour toi Je crie pour moi Je te supplie Pour toi pour moi et pour tous ceux qui s'aiment Et qui se sont aimés Oui je lui crie Pour toi pour moi et pour tous les autres Que je ne connais pas Reste là Là où tu es Là où tu étais autrefois Reste là Ne bouge pas Ne t'en va pas Nous qui sommes aimés Nous t'avons oublié Toi ne nous oublie pas Nous n'avions que toi sur la terre Ne nous laisse pas devenir froids Beaucoup plus loin toujours Et n'importe où Donne-nous signe de vie Beaucoup plus tard au coin d'un bois Dans la forêt de la mémoire Surgis soudain Tends-nous la main Et sauve-nous».