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03 giu 2018

Giù le mani da Mattarella

di Luciano Caveri

Spero che mi possa capitare di dirlo di persona al Presidente Sergio Mattarella - per me, con il "tu", è Sergio per la lunga e amichevole frequentazione parlamentare - che ho avuto un momento nel corso delle consultazioni in cui ho pensato che avesse scelto la linea della comodità istituzionale. Mi dovrei scusare con lui per aver dubitato per un attimo e mi riferisco al momento in cui aveva accettato di dare l'incarico per formare il governo giallo-verde a questo "Signor Nessuno", Giuseppe Conte, scelto come "testa di legno" dai due leader, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che si erano elisi a vicenda perché entrambi convinti di dover finire a Palazzo Chigi.

Per altro, malgrado le bugie sul curriculum e la mancanza di molti prerequisiti per un ruolo così importante, Mattarella non poteva non offrire questa chance e l'interessato ha dimostrato di avere il guinzaglietto corto ed ha dovuto rinunciare a difesa del Ministro dell'Economia in pectore, Paolo Savona, 82enne tutt'altro che fresco e per nulla nuovo. Non è una questione di età ma di curriculum ed il suo tardivo e senile antieuropeismo in una ruolo chiave sarebbe stato letale, come già hanno dimostrato i mercati finanziari, specie se collegato a quel contratto grillo-leghista con spese pazze che ci avrebbero ridotto in mutande. Ma in questi giorni dovremo sopportare l'offensiva contro il Capo dello Stato, orchestrata sul Web dai soliti noti, che dovrebbero assumersi essi stessi le loro responsabilità. Di Maio ha dimostrato incompetenza e si è fatto prendere in braccio da Salvini, per altro ingolosito dai sondaggi e dunque prontissimo alle elezioni anticipate che farà un sacco di rumore, ma in cuor suo gongola. Quel che comunque è stato utile è vedere quanti in Italia e pure in Valle d'Aosta si erano già messi in favore del vento dei vincitori con un opportunismo squallido. Ora si vedrà, ma resta in me la certezza che la freddezza del siciliano normanno Mattarella gli consentirà di scansare insulti e strepiti. Ha visto ben di peggio, come la breve agonia del fratello assassinato sotto casa dalla mafia, morto fra le sue braccia. Quando vivi situazioni così e con una carriera politica specchiata dei furbetti del quartierino, dei capataz, della violenza verbale da estremisti e da settari, te ne fai un baffo.