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05 mag 2017

Chiarezza sui migranti

di Luciano Caveri

Capire cosa capiti esattamente nel traffico di migranti nel Canale di Sicilia ed in tutte le zone che collegano l'Italia via mare con il Nord Africa è del tutto doveroso. A dire la verità, parte dei meccanismi sono stranoti e purtroppo ben funzionanti da anni e riguardano anche gli spostamenti via terra delle persone che raggiungono poi le coste dove vengono imbarcati dagli scafisti nei famosi barconi. Ovvio che a gestire questo traffico di esseri umani che sognano l'Occidente sono organizzazioni criminali che lo fanno per guadagnarci il più possibile, facendosi beffa delle autorità costituite che, spesso dalla partenza, attraverso le diverse frontiere, sino al punto da dove si imbarcano in porti e spiagge, sono semplicemente complici perché corrotte al bisogno e complici di questi schiavisti del nuovo millennio.

Una volta in mare i migranti - di cui solo una minoranza otterrà alla fine di un percorso burocratico e giudiziario complesso lo status di "rifugiato" - o arrivano per conto loro da qualche parte dove approdano o vengono salvati dalle diverse forze in campo per evitare drammi del mare, che pure si registrano lo stesso. Fra chi fa parte di questo dispositivo ci sono anche alcune "Ong - Organizzazioni non governative", che con con le loro imbarcazioni coadiuvano le autorità italiane e quelle europee che si occupano di quel vasto braccio di mare dove si svolgono le operazioni di salvataggio. Giorni fa - improvvidamente, perché poi lui stesso si è corretto a più riprese - il procuratore di Catania, Procura importante e non certo marginale, Carmelo Zuccaro, ha spiegato di avere dubbi sull'operato di alcune di queste associazioni umanitarie, instillando il sospetto che da una parte ci sia una combine con i trafficanti di migranti e dall'altra e addirittura insinuando il dubbio che girino dei soldi dagli scafisti a certi soccorritori complici del mercimonio. Nel più classico dei copioni all'italiana il mondo si è diviso fra innocentisti e colpevolisti e fra detrattori e sostenitori del procuratore per le sue dichiarazioni. Personalmente non ho dati o elementi di giudizio, se non aver apprezzato certi chiarimenti venuti dall'alto magistrato, quando ha chiamato fuori da certi sospetti alcune "ong" che seguo da anni e stimo per il loro operato. Credo però che ci voglia su tutto il dossier la necessaria cautela: di certo i brasseur d'affaires che spostano i migranti, chiedendo tariffe folli con metodi malavitosi, si sono immediatamente tarati rispetto alla presenza di chi - ripeto in larga maggioranza per ragioni umanitarie - presidia il mare pronto a caricare sulle proprie navi i disperati. Ciò significa che sempre meno i migranti sono naufraghi, ma vengono trasbordati sin da subito su navi "amiche" o sulle navi delle Marine chiamate a pattugliare zone di mare ben definite. E questo, come è noto, è solo l'inizio dell'avventura dei migranti, che poi entrano nella slot machine dell'accoglienza, dove gli aspetti umanitari - che devono restare prioritari per chi ne abbia diritto - si accompagnano alla gigantesca "torta" degli interessi economici, che sono legittimi nella misura in cui non si celi, come si vede da molte inchieste aperte, un volto oscuro di onlus che nascondono interessi di area grigia con cui fare i conti. A fronte anche di una macchina organizzativa pubblica che sembra non funzionare per la sua dimensione elefantiaca di fronte ad un'emergenza che mai si ferma, anzi sembra assumere proporzioni sempre più grandi e soprattutto con il rischio che alla fine - l'ho già scritto tante volte - si scarichi sulla democrazia locale, con Regioni e Comuni impoveriti nei loro trasferimenti finanziari, responsabilità su cui lo Stato fa spallucce. Mentre tutte statali restano le responsabilità di procedure farraginose e soprattutto di misure di accertamento del diritto d'asilo che durano anni fra carte bollate e ricorsi e poi, come si sa, anche l'eventualità di espulsioni non funzionano affatto, mancando accordi bilaterali e soprattutto in assenza di finanziamenti che coprano le spese folli per gli eventuali reimpatri. A peggiorare il quadro ci si mette anche il fatto che nei flussi della disperazione si celano gli islamisti e l'immunità da attentati di cui gode l'Italia - per fortuna! - fa accrescere il dubbio di chissà quale accordo luciferino possa esistere, che ci tiene al riparo da attentati che gli altri Paesi europei hanno subìto. Questo grumo di problemi irrisolti rischia di essere benzina sul fuoco fra due umanità diverse: quella di chi, avendone o no diritto, sceglie di sbarcare sulle nostre coste, oltretutto con difficoltà di muoversi altrove visto che gli altri Paesi europei hanno chiuso le frontiere, e quella nostra di comunità di accoglienza, che non capiamo bene come si muova tutta la situazione e mettiamo assieme solidarietà e paure senza ben sapere se tutto questo è governato in qualche modo o viene lasciato alla capricciosità del caso e pure al reticolo di grandi interessi economici che tutto muove in questo universo strampalato fra Nord e Sud del mondo.