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24 gen 2017

Se mi "trucchi" il diesel

di Luciano Caveri

Questa storia dei trucchi per contenere le emissioni dei motori diesel nei parametri di scarico, così come previsti negli Stati Uniti ed in Europa, si dimostrerà pian piano una pratica usuale da parte di molti costruttori e chi godeva dei guai altrui oggi trema. Vorrei essere una mosca per seguire il dialogo sul punto fra Angela Merkel, cancelliera tedesca con sul gobbone la storiaccia delle auto tedesche molto più inquinanti del dovuto, ed il povero presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che si troverà da parte sua a difendere "FCA", già "Fiat" ed oggi con più marche, che sembra alla fine avere seguito anch'essa la stessa strada di non far sempre corrispondere realtà e dati ufficiali. Almeno la Germania difende quello che è inequivocabilmente un prodotto nazionale, anche per gli aspetti fiscali, mentre il premier italiano dovrà difendere un'azienda che ormai ha la testa a Detroit negli Stati Uniti e buona parte della fiscalità, per convenienza, in Olanda.

Io ho già raccontato di essere stato una delle vittime con letterina cortese e terribilmente anonima dell'Audi con successivo - molti mesi dopo - intervento sulla centralina elettronica e nessun tipo di risarcimento per essere stato ingannato all'atto dell'acquisto. Avrei potuto aderire a qualche "class action" a tutela dei miei diritti di consumatore, ma si sa bene che l'efficacia di un'azione processuale a difesa di interessi collettivi in Italia non funziona, a differenza degli Stati Uniti, dove non a caso il "Gruppo Volkswagen" ha risarcito subito gli utenti vittime di un fatto illecito come quello di "taroccare" i software per aggirare gli obblighi di legge sulle emissioni in atmosfera. Per cui, alla fine, quando ho cambiato macchina per il chilometraggio ormai gravoso della mia "Q5" sono tornato alla "Volvo", che sarà pure stata acquistata dai cinesi, ma la mia impressione è che lo zoccolo duro svedese sia una garanzia di non essere preso per il naso con i motori. Ho a lungo pensato, comparando prezzi e caratteristiche, alla possibilità di comprare un’auto ibrida (guardando diverse soluzioni fra elettrico e termico) o elettrica tout court, ma alla fine - magari sbagliando, ma certe scelte alla fine sono davvero soggettive per chi non abbia un bagaglio culturale specifico - ho optato nuovamente per un modello con il motore diesel. Mi spiace molto, però sottolineo come - al di là di qualche vantaggio per entrare nelle grandi città - mancano davvero misure pubbliche che agevolino realmente, abbassando i costi di acquisto, al passaggio verso mezzi meno inquinanti di quelli che utilizzano il gasolio come combustibile. Questo anche se molte marche annunciano svolte ambientaliste che dovrebbero colpire proprio i combustibili fossili che sino a qui hanno fatto la parte del leone nella motorizzazione, che è diventato un fenomeno impressionante e una delle concause di quel cambiamento climatico che ammorba il Pianeta. Leggevo sul sito "Oggiscienza" come: "Le leggi sulle emissioni in atmosfera cercano di preservare sia la salute umana che l'ambiente, visto che i motori dell'auto emettono una serie di gas nocivi per entrambi. Uno dei gas più pericolosi per l'ambiente è l'anidride carbonica, che rappresenta il 75 per cento circa delle emissioni mondiali di gas serra, mentre per i nostri polmoni l'allarme è rappresentato soprattutto dal particolato, che si può accumulare in quantità importanti portando anche a gravi patologie". E sul dilemma "Diesel o benzina?" questa la risposta: "In questa sfida il ruolo fondamentale è giocato dall'età dell’auto e dai filtri installati. Infatti entrambi i tipi di alimentazione inquinano, anche se in modo diverso. I motori a benzina producono circa il 15 per cento in più anidride carbonica, mentre quelli a gasolio più ossidi di azoto e fino a mille volte più polveri sottili. Per ovviare in parte al problema delle polveri sottili, sulla maggior parte dei veicoli diesel vengono montati dei filtri antiparticolato. Il più famoso è il "fap", capace di tagliare drasticamente la massa delle particelle inquinanti immesse nell'aria. Grazie a questi filtri, un motore diesel è in grado di produrre una quantità di particelle pari o addirittura inferiori ad un motore benzina. Per questo, più che il tipo di alimentazione in sé, è importante considerare a che generazione appartiene l'auto in esame, e anche i provvedimenti legislativi sembrano andare in questa direzione". Sull'auto elettrica c'è questa osservazione interessante: "Dell'utilizzo di questa tecnologia sull'ambiente si dovrebbero calcolare i costi di produzione dell'energia che le alimenta. La questione è complessa, e molto diversa a seconda del Paese preso a riferimento. Uno studio norvegese del 2012 sentenziava che le auto elettriche possono essere più inquinanti di quelle a diesel o benzina, perché in alcune aree geografiche l'energia elettrica è prodotta dagli stessi combustibili fossili. Questo però non sarebbe il caso dell'Europa. Nel vecchio continente, infatti, la produzione di energia deriva da un mix di fonti diverse, e l'elettrico consentirebbe una riduzione del contributo all'effetto serra compresa tra il dieci ed il 24 per cento rispetto ai veicoli tradizionali. Anche la ricerca di punta del settore automobilistico sembra andare in direzione dell’elettrico". Vedremo cosa capiterà: resta naturalmente importante, come alternativa all'auto privata e ad un suo abuso, il trasporto pubblico, assai problematico in Valle d'Aosta, dove latitano "Piani trasporti" sulle prospettive future, malgrado molte chiacchiere sul tema.