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02 dic 2016

Casinò e CVA legati da insolito destino

di Luciano Caveri

Attraverso la Finanziaria regionale valdostana per il 2017, ora all'esame della Commissione e poi in aula, par di capire che si stiano combattendo battaglie sul futuro del Governo regionale, che riguardano metodo e merito, ma anche possibili nuove maggioranze e di conseguenza nuove opposizioni con strategie e possibili alleanze, ad un anno e mezzo dalle elezioni regionali, di cui a breve si capirà la concretezza. Molto ruota - se strumentalmente e cioè alla ricerca solo di un casus belli lo si vedrà - attorno a due questioni ben note e non nuove: il futuro del "Casinò de la Vallée" e l'assetto della società elettrica "CVA".

Quelle che sembrano mele e pere, vale a dire settori economici distanti e non collegati, sono state improvvidamente mischiate per una scelta politica: la sorella povera, il Casinò, è stata aiutata dalla sorella ricca, "CVA", che ha "imprestato" del denaro alla Casa da gioco attraverso "Finaosta" su richiesta di mamma Regione. Operazione su cui ha acceso i fari la Corte dei Conti per capire di che cosa si sia trattato e se si siano rispettate regole che vietano di ricapitalizzare Partecipate decotte e spunti di interesse non mancheranno. Sin qui vien da dire «chi vivrà vedrà»... Ma intanto - eccoci al metodo - spunta in Finanziaria, senza essere annunciato nel documento di programmazione che il Consiglio Valle vota prima della manovra finanziaria vera e propria, una norma che fissa il proseguimento dell'insolito destino appena citato in una prospettiva nuova: la quotazione in Borsa di "CVA" e la procedura di una possibile privatizzazione del Casinò della Vallée. La prima questione sembra legata ad obblighi della recente legge Madia sulle Partecipate ma ancor di più dalla necessità di far cassa (non a caso c'è chi ipotizza come alternativa alla quotazione di emissione di "bond"), anche se poi tutti sappiamo che la vera posta in gioco è la scadenza delle concessioni della gran parte delle centrali elettriche ormai non distante e che prevederà una gara pubblica. La norma proposta per l'operazione è vaga e sembra affidare alla Giunta una sorta di delega in bianco, mancando ad esempio le percentuali della società che verranno messe sul mercato e cosa si farà dei soldi ottenuti, ma indirettamente quale sarà la governance futura. Sfugge poi come si svilupperebbe l'operazione per rimpinguare "Finaosta" del denaro messo in Finanziaria per evitare il crac del Casinò di Saint-Vincent, che ha speso una cifra inusitata per la dubbia ristrutturazione e non ha risalito la china nei profitti, malgrado le balle spaziali di questi anni su ripresa e rosee prospettive. Questa operazione mira o no ad attenuare eventuali responsabilità di fronte alla giustizia contabile per quanto fatto? E sul Casinò si prevede una procedura, anch'essa con una norma scritta con i piedi e ci si chiede se per sbaglio o per scelta, che usa - mai va fatto in una norma! - il verbo "può", come dire facciamo la procedura di gara ma non sappiano se servirà o no, per non dire dell'ambigua dizione per individuare i gestori di "qualificati operatori economici" che vuol dire tutto o niente, visto che semmai devi trovare esperti in giochi e alberghi e certo l'appalto non può essere un vestito ritagliato su misura per chi dovrebbe indossarlo... Aggiungerei che non si capisce neppure che fine farebbe l'attuale Società pubblica del Casinò! Ho letto dichiarazioni che dovrebbero tranquillizzare sulla limpidezza dell'operazione che a me appare da districare e devo dire che più leggo l'articolo della Finanziaria e meno capisco, ad esempio l'esatto legame prelevamento da "Riserve Straordinarie CVA" e la prevista quotazione, per mia evidente ottusità. Così come mi devo dare dei pizzicotti quando c'è chi nella maggioranza regionale vecchia e in quella rimpastata scopre, come d'improvviso, il "metodo Rollandin". Deve aver vissuto su Saturno con un blackout nelle comunicazioni. Bentornato sulla Terra!