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23 set 2016

Superstizioni vecchie e nuove

di Luciano Caveri

Se noi prendiamo una definizione standard di superstizione, la possiamo trovare così espressa: "Credenza irrazionale, spesso dettata da ignoranza o da paura, in forze occulte ritenute portatrici di influenze perlopiù negative; ogni pratica o rituale dettati da tale credenza". Se guardiamo "l'Etimologico" così argomenta sulla nascita della parola: "dal latino "superstitĭo -ōnis", pratica divinatoria, credenza vana, terrore fanatico, opposta a "religĭo -ōnis", scrupolo religioso, devozione". I Romani indicavano con "superstitĭo" i culti estranei alla propria religione, fondati su pratiche magiche, mistiche e divinatorie, che ripugnavano alla loro mentalità pragmatica e razionale; secondo la spiegazione data da Benveniste, il punto di partenza è "superstes - testimone" (da cui deriva anche "superstite"), da cui "superstitĭo - dono della presenza" in quanto capacità di testimoniare cose non viste direttamente grazie alla divinazione, da cui "superstitiōsus - che ha il dono della presenza in quanto conosce le cose per divinazione".

Osserva la "Treccani": "A prescindere da ogni concezione evoluzionistica della successione di diverse forme di religione, si può constatare che a tutt'oggi sopravvivono superstizioni che rispondono a una forma animistica della religione (per esempio, la credenza di geni, spiriti, demonietti, fate, che interverrebbero negli affari spiccioli della vita quotidiana e di fronte ai quali sarebbe necessario osservare un comportamento particolare), altre in cui domina un orientamento magico (come nelle fatture, o nei riti di propiziazione, per esempio, per l'inaugurazione di una nuova casa eccetera, o nell'attribuire facoltà particolari a determinate persone, indovini, guaritori, streghe). Le superstizioni relative ai sogni, ai numeri speciali, a certe materie, sono spesso residui di concetti una volta organicamente appartenuti a religioni più antiche. Un tipo particolare di superstizione è la cosiddetta superstizione di classe, cioè quelle in vigore presso determinate classi sociali (per esempio, cacciatori, pastori, contadini): anche le loro origini sono per lo più antichissime e religiose (alcune superstizioni di cacciatori nell'Europa moderna hanno riscontri precisi con usanze religiose dei più primitivi popoli di cacciatori, nella cui religione esse s'inquadrano)". Personalmente non sono superstizioso: mi piacciono i gatti neri anche se mi attraversano la strada, passo sotto le scale facendo attenzione che non mi cada nulla in testa, se verso il sale o rompo uno specchio ne posso sorridere, non credo che ci siano persone menagrame, non leggo gli oroscopi e non me li faccio fare e via di questo passo. Niente di straordinario: si tratta solo di rendersi conto che già il Caso ci mette lo zampino con le sue umoralità e ci manca solo che mi infili in storie irrazionali, pur ben sapendo che certe storie del passato dimostrano come alcune vicende paranormali in apparenza mancassero solo di una spiegazione scientifica. Oggi quel che più colpisce è l'esistenza di molte superstizioni basate su leggende metropolitane, amplificate a dismisura dal Web. E l'altro fenomeno macroscopico è il moltiplicarsi all'infinito di discipline pseudoscientifiche e spesso antimoderniste, persino tinte di complottismo, specie nel campo della salute e della spiritualità. Penso ad esempio alla "nuova medicina del dottor Hamer" o "nuova medicina germanica" (con marchio registrato) è un metodo alternativo di cura del cancro, inventato dal medico e teologo tedesco Ryke Geerd Hamer, di cui tanto si è parlato di questi tempi per alcuni malati che hanno aderito a certe idee balzane, rifiutando le cure tradizionali, perdendo speranze di guarigione o almeno di allungamento della propria vita. Qualche vittima, purtroppo, c'è stata in passato anche in Valle d'Aosta. Insomma: la superstizione si attenua in certi casi per l'evoluzione dei costumi, ma rivive sotto nuove forme e spesso la credulità, anche in buona fede, colpisce come un flagello.