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02 nov 2015

I fantasmi del Source

di Luciano Caveri

Il rispetto della Storia di una comunità passa anche attraverso il mantenimento e la valorizzazione dei beni culturali che nei secoli sono stati costruiti dall'uomo. Fra questi, in una regione turistica, ci sono anche gli alberghi che nel passato vennero costruiti sull'onda dell'affermarsi del turismo come fenomeno sociale prima di élite e poi di massa. Guardavo l'altro giorno, nel salone all'ingresso del Grand hôtel "Billia" di Saint-Vincent, nel quadro di una ristrutturazione assai dubbia, specie per i costi ma anche per certe scelte "moderniste", la riscoperta - questa sì encomiabile - del grande atrio, della hall e dello scalone con l'originario apparato decorativo, specie il soffitto a cassettoni riccamente istoriato: un insieme straordinario di gusto "Liberty", che era stato ricoperto nella ristrutturazione anni Sessanta, che aveva nascosto quanto di originale c'era di risalente ai primi anni del Novecento e che oggi spicca per il suo gusto e la sua bellezza. Roba da stare con il naso in su per mezz'ora.

In realtà, qualche anno prima, sempre a servizio del termalismo che aveva trasformato Saint-Vincent in una località da "vip", era stato costruito un altro albergo, che oggi purtroppo, colpito già anni fa da un principio di incendio, sta crollando, dopo essere stato chiuso al pubblico più di mezzo secolo fa. Ne ricordo qui qualche aspetto, grazie alla cortesia di Chantal Vuillermoz, che si è dimostrata - anche in una recente serie televisiva su "Rai Vd'A" sugli albergatori valdostani - un'acuta ricercatrice storica e che proprio sulla Saint-Vincent di oltre un secolo fa sta preparando un libro. Ecco il testo: «L'inizio del nuovo secolo fu permeato anche a Saint-Vincent dall'atmosfera "Belle epoque". Era necessario allora avere le strutture adatte e tipiche delle stazioni termali come dei grand hôtel, un "kursaal". Iniziò il vercellese Alessandro Casalone Vigino agli inizi del 1900 a costruire a levante del borgo, ai piedi della carrozzabile che saliva alle terme il "Grand hôtel de la Source". L'albergo dal corpo a "U" disponeva di circa un centinaio di camere "ben disposte, soleggiate ed ariose, con arrotondamento degli angoli per evitare ristagno di aria infetta. Prive di tende e drappeggi alle finestre e di ricercatezza negli addobbi, quelle camere rivelano il buon gusto di chi presiedette al loro arredamento, e sono quanto di più signorilmente elegante si può immaginare". Le camere, in particolare quelle del primo piano, dove venivano alloggiati i clienti più prestigiosi, erano decorate a opera di due valenti pittori vercellesi, Francesco Bosso (autore anche della bellissima affiche dell'hôtel) ed Antonio Ambrosio. La hall presentava un bello scalone che conduceva ai piani superiori (successivamente sarà installato anche un ascensore) e adiacenti vi erano, "di un'eleganza assai grandiosa", la sala di lettura ed il grande salone completamente affrescato per la table d'hôte. Ma il "Grand hôtel de la Source", per adattarsi alla moda delle cure idroterapiche del tempo aveva anche lui il suo stabilimento idroterapico, la "spa" dell'epoca, la cui direzione era stata affidata ad un "distinto giovane dottore", Attilio Charles, medico condotto di Saint-Vincent. Esso, piuttosto piccolo, si trovava nel piano seminterrato dell'hotel e vi si accedeva da sotto il doppio scalone d'ingresso, ma era comunque fornito di tutti i più perfezionati apparecchi moderni per bagni e docce. Di grande impatto era poi lo splendido parco alpino alle spalle dell'hotel che permetteva ai clienti di raggiungere la "Fons salutis" attraverso un comodo sentiero ombreggiato da superbi cedri e abeti di importazione. Negli anni '30, nel lato a levante del parco, verrà costruito anche un campo da tennis. L'hotel venne inaugurato il 22 luglio 1900, nello stesso giorno in cui ci furono i festeggiamenti per l'inaugurazione della funicolare. Nel 1909 era passato ad un nuovo proprietario, Alessandro Roddolo, che in inverno gestiva l'Union Hôtel Savoy di Bordighera; questi lo ingrandì di un grande salone da pranzo sul lato est, un autogarage di rimpetto e di un ulteriore piano, il terzo, arrivando così a 150 camere "tout confort"». Poi il declino e i fantasmi che occupano l'albergo: ci vorrebbe un Fellini nostrano per illustrare quei fasti ormai impolverati. Pochi anni fa la speranza, poi svanita. Con il "project financing" per ridare vita alle "Terme di Saint-Vincent", con una salutare privatizzazione, il Comune predispose infatti tre tappe: la ristrutturazione delle Terme nuove anni Sessanta, la rimessa a nuovo e il riutilizzo delle "Vecchie Terme" e la rinascita del "Source". Solo la prima parte, utilizzando di fatto quasi tutto il mutuo regionale previsto per legge, è stata parzialmente realizzata (manca la parte detta "zona grigia", già pubblicizzata come "baby spa"), anche se l'attuale gestione non ha seguito l'idea annunciata al momento della presentazione di avere una clientela di alto livello, scegliendo ormai la strada di prezzi popolari (con vendite pure su "Groupon") con pochissimi dipendenti rispetto alle previsioni messe su carta. Ma soprattutto il "Gruppo Bonatti" ha per ora congelato, con il consenso della precedente Amministrazione, la realizzazione delle altre due parti previste nel contratto. Circostanza che non potrà restare tale all'infinito (per altro la proroga per la ristrutturazione delle "Vecchie Terme" è scaduta), perché sennò verrebbe minata la sostanza stessa del "project financing", cui altri avrebbero potuto partecipare se ci fossero state condizioni diverse in partenza. Sono ormai ben evidenti in questo stallo certi rischi connessi di danno erariale, considerato anche che la Regione cedette il "Source" al Comune perché se ne prevedeva un qualche uso, oggi rinviato sine die. Per cui il vecchio albergo - con la sua bellezza ormai cadente e direi tenebrosa - aspetta, mentre gli attuali gestori termali hanno intanto affittato un albergo del paese con cui seguono la loro strada di una clientela low profile, scelta che è in evidente controtendenza con quell'idea di risurrezione di vecchi fasti per la "Riviera delle Alpi". Amen.