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18 set 2015

Le piccole ideologie

di Luciano Caveri

Ognuno ha una sua ideologia ed io - se non sono aberranti e purtroppo ce ne sono - le rispetto tutte. Ci sono in realtà le grandi ideologie, quelle che dovevano cambiare il mondo e non ci sono riuscite con danni più o meno grandi, e quelle che sono sistemi e valori più terra a terra, ma che uniformano i comportamenti delle persone che le abbracciano. In questi tempi, ne ho osservati tre e che nessuno si offenda, perché scelgo la leggerezza o, come ho sempre praticato con i miei figli sin da piccoli, a dispetto dei pedagogisti che dicevano che i piccoli non erano in grado di capirla, l'ironia, che sarebbe umorismo sarcastico o se usi l'origine greca un umorismo da finti tonti.

La prima categoria è quella dei "naturisti". Il naturismo da dizionario sarebbe "movimento d'opinione che propugna un modo di vivere in armonia con la natura, caratterizzato anche dalla pratica della nudità comune, il cui fine è il rispetto di sé stessi, del prossimo e dell'ambiente naturale". Star nudi, insomma. Ricordo il primo impatto da ragazzo in Camargue. Nel gruppo di amici in viaggio c'era un pizzico di voyeurismo misto a provincialismo. Specie quando toccava spogliarsi eravamo imbarazzati. Poi, alla fine, la trasgressione finiva in fretta e subentrava la normalità. Ricordo quando percorremmo nudi sulle nostre moto un lungo tratto di litorale di nudisti per essere parte dell'ambiente. Dagli sguardi attoniti, verso noi cretini spogliati in moto, ci accorgemmo di essere rientrati nei tratti di spiaggia normale. Nelle scorse ore a Saint-Tropez, capitando in una spiaggia nudista mentre camminavo sulla battigia, ho constatato che i praticanti del genere paiono invecchiati con la loro passione. Alcuni saranno gli stessi di quarant'anni fa... Vanno fortissimo, invece, e crescono a dismisura i "vegetariani" ed anche la versione più strong dei "vegani". Pure un mio amico d'infanzia l'altro giorno mi ha spiegato che si tratta di una scelta di vita. A parte la difficoltà di invitarli a cena, specie i "vegani" (che ho scoperto che non mangiano fichi e miele, perché nei primi può finirci qualche insetto e il secondo è prodotto di origine animale, cioè le api), perché si rischiano terribili gaffe culinarie, resta il fatto che quando iniziano a descrivere le loro ragioni tu - carnivoro praticante - ti senti un disgraziato sanguinario. Oltreché votato alla morte a causa delle più terribili malattie originate dal consumo di proteine animali. Come in altri casi, anche in questo ho imparato ad incassare e mi basta in sostanza un pareggio molto rispettoso. Infine i "camperisti". Ho amici con i quali guerreggio sul tema e non per partito preso. Immagino che se dovessi fare gli USA coast to coast o l'attraversamento della Lapponia il camper mi sembrerebbe una bella scelta. Mi pare meno avventuroso posteggiare il mezzo in un campeggio di Cesenatico per quindici giorni e vorrei che mi si dimostrasse l'economicità rispetto alla pensione "Mariuccia". Poi vorrei capire perché con la patente B di epoca recente non si può guidare la moto di certe cilindrate e posso, invece, girare con un camper già ben ingombrante. Ma mi fermo qui, perché è qui che mi fermo - al limitare di un crescente nervosismo - quando i miei amici camperisti iniziano a farsi minacciosi se io mimo il camper a passo d'uomo nella strada a curve di una vallata alpina e confesso che, al posto del tergicristallo, vorrei avere un pulsante per azionare una batteria di missili terra-aria. Spero di non subire una class action da un gruppo organizzato di camperisti, nudisti e vegetariani.