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18 mag 2015

Sulle elezioni comunali

di Luciano Caveri

Le elezioni si sentono da lontano, come i tuoni di un temporale, arrivano in modo del tutto assorbente e si esauriscono con una certa rapidità, lasciando il campo ad uno strascico di commenti. Anche a me, per dovere di cronaca, tocca mettere in fila qualche pensiero a caldo. Chi ha partecipato, specie se neofita, alle elezioni comunali in Valle d'Aosta - che sono circa 1.800 persone in tutto nelle liste presentate in 68 Comuni - avrà scoperto alcune cose, eletto o meno che sia stato. La prima: le campagne elettorali sono faticose e snervanti e creano situazioni di dispiacere e di disagio, specie quando si scopre che, oltre al fuoco del "nemico", c'è anche quello "amico". La seconda: che la politica, a dispetto di tutto quel che si pensa erroneamente, presuppone conoscenza e studio, se si vogliono affrontare gli argomenti in discussione. La terza: non è però sempre detto che la competenza paghi in termini di voti, perché magari in una lista primeggia il simpaticone più che l'intellettuale.

La quarta: è crescente il disinteresse popolare e non mi riferisco solo al tasso crescente di astensionismo, ma anche molti di quelli che votano sanno poco dei meccanismi istituzionali e delle differenze fra gli uni e gli altri. La quinta: per chi eletto si apre una fase due e cioè la scoperta che la democrazia funziona solo se ci si mette impegno e costanza, altrimenti la maggior parte farà da figurante in un film recitato solo dagli attori principali. Ma fatemi vedere le cose dal mio punto di osservazione: male ad Aosta, bene sul territorio con sindaci ed eletti. Così penso che oggettivamente - ma impegno solo me stesso nel giudizio perché i Movimenti politici hanno organi elettivi fatti apposta per analisi più puntuali - si possa fotografare il risultato politico per l'Union Valdôtaine Progressiste. Poi, come sempre, gli esiti sono soggetti a ottimismi e pessimismi, a seconda delle aspettative pregresse ed esiste tra l'altro il solito gioco di capire a chi ascrivere eventuali responsabilità. Raramente si assume in proprio una parte proporzionata della colpa. Comunque visto che ci abito e lì voto, mi fa piacere che a Saint-Vincent, per fare un caso personale, UVP fa parte integrante della cordata vincente. Ma non mi metterò a fare commenti troppo puntuali, anche se ho guardato con curiosità ai tanti Comuni che conosco più in dettaglio e qualche chicca ce l'avrei, ma in fondo perché mettersi a fare la punta alle matite? Vale, rispetto all'elettorato e agli esiti finali, un breve elenco:

Cresce l'astensionismo anche per elezioni di prossimità e questo colpisce; Anche chi vota non sempre si informa di prima mano su programmi e candidati; I "social" che si sarebbe potuto dimostrare una piazza elettronica di confronto diventano il Far West; Esiste ancora un mondo di "criticoni" che se la pigliano ora con Tizio e ora con Sempronio ma non si mettono in gioco; La fine del ruolo formativo dei partiti crea ampi spazi di disinformazione e ignoranza.

Avrei potuto continuare sia il primo che il secondo elenco e poco importa, nel rifletterci sopra, essere vincitori o vinti. E' bene che tutti ci riflettano.