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30 mar 2015

Il mistero del crash aereo sulle Alpi

di Luciano Caveri

La cronaca nera, purtroppo, ogni tanto irrompe nella nostra vita e conferma come certi orrori incombano in una specie di roulette russa che ci deve far diventare moderatamente fatalisti. Mi ha fatto molto impressione e penso che sia un fatto comune l'incidente avvenuto ieri sulle Alpi con l'aereo tedesco sulla rotta fra Barcellona e Düsseldorf, che si è schiantato polverizzandosi contro una montagna, causando la morte di 150 persone fra membri d'equipaggio e passeggeri. Pian piano conosceremo le loro storie, com'è stato il caso dei due neonati morti con le loro mamme in questa circostanza e della scolaresca tedesca uccisa e che era stata in Catalogna per un gemellaggio. Un crash in piena alta montagna, giunto alla fine di una discesa dell'"Airbus A320" (tipo di velivolo su cui ho volato spesso) da diecimila metri durata alcuni minuti, immaginando il terrore fra i passeggeri, se consapevoli - come temo sia avvenuto - dell'anomalia degli avvenimenti. Speriamo almeno un giorno di sapere che cosa sia capitato all'aereo o ai piloti (bastava - se possibile - nella lunga discesa virare verso la vicina Vallée du Rhône per evitare le vette), visto che ormai troppi misteri attorniano certi incidenti aerei. Nel caso, guardando le televisioni francesi, gli esperti mi sembravano fiduciosi sul fatto che le scatole nere "parleranno" e dunque si saprà, alla fine, la dinamica della tragedia.

E' bene sempre sapere il perché. Spero sinceramente che il terrorismo non c'entri: mi pare che ci sia stata sul punto una generale saggezza nei commenti e nelle supposizioni. Ma la mia è davvero una speranza. Ho una pur minima consapevolezza dei luoghi: sono stato, infatti, qualche volta a Barcelonnette, in una Regione che fa parte della nostra stessa Euroregione, la Provence-Alpes-Côte d'Azur nel Département delle Alpes-de-Haute-Provence. Ho passato bei momenti in quei posti con montagne così selvagge e con montanari che parlano (e pure cantano) in quella loro lingua così bella e musicale, l'occitano. Da quello che ho letto, esattamente come capita in Valle d'Aosta, anche in quella zona delle Alpi, ci sono numerose aerovie che servono a collegare tutta l'Europa ed il massiccio alpino è per molte rotte un territorio di passaggio obbligato, pensando alla sua collocazione. Una volta - e alcuni incidenti aerei notissimi del passato sul Monte Bianco lo dimostrano - attraversare le Alpi comportava qualche rischio. Oggi non ce ne sono. Per un breve periodo, al Parlamento Europeo, mi sono occupato del trasporto aereo e ho appreso quanto le misure di sicurezza siano sempre più elevate, ma gli incidenti - che sono meno mortali statisticamente rispetto ai morti sulle strade - hanno, benché rari, un impatto emotivo enorme per l'impressione che creano nell'opinione pubblica. E' il caso anche questa volta. Io penso che questo avvenga perché - anche se fa strano scriverlo - continuano ad esserci un sacco di persone che hanno paura di volare. Se guardo fra le persone che conosco c'è da restare stupiti di quanti, sia in modo manifesto che in modo silente, non prendono gli aerei per paura. Io non ho questa paura e sono andato in volo in lungo in largo. Mi è capitato - per turbolenze, vento, maltempo - sia in aereo che in elicottero di avere paura e di pensare che potesse capitarmi qualcosa, ma confesso di far parte di quelli che vivono prendendosi rischi ragionevoli. E nel caso del volo se uno non fa stranezze può stare - facendo le corna - abbastanza sereno. Poi certo ci sono le tragedie, piccole o grandi, che ognuno legge come vuole, nel puzzle degli avvenimenti di cui siamo un piccolo pezzo.