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16 mar 2015

Lo sviluppo tecnologico della Radio

di Luciano Caveri

Leggevo ieri un "dispaccio Ansa" che sarà apparso ai più misteriosofico: "Il ministero dello Sviluppo Economico, in attuazione della delibera dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni numero "602/14/cons", ha avviato l'iter di assegnazione dei diritti d'uso relativi alle frequenze per il servizio radiofonico digitale (Dab) nelle regioni Valle d'Aosta e Umbria e nelle province di Torino e Cuneo. Dell'avviso pubblico sarà data notizia mediante avviso pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Il contenuto integrale, in cui sono definiti i termini e le modalità di presentazione delle domande (da inviare entro il 20 aprile), è consultabile sul sito del ministero dello Sviluppo Economico, area tematica Comunicazioni". Prosegue, in sostanza, il cammino per trasferire il segnale delle radio (oggi c'è su Aosta un bouquet "Dab" della "Rai" finalmente ascoltabile) dalla vecchia modulazione di frequenza (Fm, mentre l'Am, onde medie di Gerdaz è spento da anni) al nuovo standard tecnico, per altro sperimentato in Valle per molti anni.

Rubo da "Wikipedia": "Il "Digital audio broadcasting - Dab", dalla lingua inglese diffusione audio digitale, è il sistema di radiodiffusione digitale che permette la trasmissione sonora di programmi radiofonici con qualità paragonabile a quella di un compact disc". La stessa fonte elenca in modo minuto i pro e i contro del nuovo sistema, che qui riporto: "La trasmissione in codifica digitale presenta vantaggi e svantaggi rispetto a quella analogica. Fra i vantaggi, minore influenza o assenza di interferenze sul segnale, ricerca automatica della stazione in funzione della posizione del ricevente, miglioramento dei servizi già esistenti e introduzione di servizi multimediali innovativi quali "Dls", "Pad" e "N-Pad", la multiplazione del segnale, ovvero la possibilità di far condividere a più segnali lo stesso canale e di conseguenza più emittenti in grado di condividere lo stesso mezzo trasmissivo senza interferenza tra di essi. Fra gli svantaggi, a parità di copertura areale, la necessità di un maggior numero di impianti trasmittenti rispetto all'analogico, un più ridotto bacino di utenza per ogni singolo impianto trasmittente, elevati costi degli impianti trasmittenti". Così dicono, insomma. Bisognerà dunque vedere chi chiederà di trasmettere con il nuovo sistema, che è ormai ordinario in altri Paesi europei, spesso già con lo standard ancora più avanzato, noto come "Dab+", standardizzato nel febbraio 2007 dall'"Etsi - Istituto europeo per la standardizzazione", che consente, a parità di qualità e potenza del segnale, di raddoppiare o addirittura triplicare il numero dei programmi trasmessi in un singolo bouquet, consentendo eventualmente l'inserimento di altri servizi radiofonici. La "radio digitale" è ascoltabile in alcune Regioni italiane. Segnalo il caso delle Province autonome di Trento e di Bolzano con la particolarità della diffusione nel bouquet pubblico di radio in lingua tedesca a vantaggio dei sudtirolesi. Tema che vale la pena di ricordare anche per la Valle d'Aosta come opportunità sinora impossibile in Fm, se non chi ascolti le radio via Web. Questo dimostra la vitalità della radio e non solo dal punto di vista tecnologico ma anche contenutistico, smentendo chi pensava che la televisione l'avrebbe uccisa. So anche in Valle d'Aosta verranno ricordati - pur con ritardo - i novant'anni della Radio, nella memoria di quando, alle 21 del 6 ottobre 1924, dai nuovi studi di "San Filippo" della "Uri - Unione radiofonica Italiana", antesignana della "Rai", nel "Palazzo Corradi" in via Maria Cristina, nell'attuale zona Parioli a Roma - allora in aperta campagna - si tenne il concerto inaugurale della radio in Italia. Ma ci sono anche delle avvincenti storie valdostane sulla radio nel pubblico e nel privato, che spero saranno raccontate. Personalmente ho dei ricordi bellissimi.