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03 mar 2015

La nobiltà della donazione degli organi

di Luciano Caveri

Mi sono occupato per anni, in periodi piuttosto difficili per i molti pregiudizi e persino le leggende metropolitane sugli espianti, della materia delicata della donazione degli organi. La modernizzazione delle vecchie normative, che scaricavano sui parenti nei corridoi delle Rianimazioni pesanti scelte, ha portato lentamente e inesorabilmente alla possibilità per ciascuno di noi di scegliere per tempo se essere o no disponibili a donare un organo. Inutile dire che sono favorevolissimo a fare in modo che un pezzo di me, quando sarò morto, possa diventare - se ce ne saranno le condizioni - un "pezzo di ricambio" per un malato in attesa. Una staffetta tra vita e morte che è un atto di umanità e valorizza un settore della medicina che ha visto progressi continui e persino stupefacenti. Nella logica della diffusione della cultura della donazione, mi compiaccio che il Consiglio comunale di Aosta abbia approvato all'unanimità una mozione con cui Alpe chiedeva alla Giunta l'impegno a consentire all'atto del rinnovo della carta d'identità di consentire l'atto della donazione degli organi in un documento che è di facile reperimento. Lo avevano già fatto - e ne compiaccio - i Comuni di Sarre e Courmayeur.

Sono contento anche delle notizie fornite di recente dal "Centro nazionale trapianti" nel suo report di attività 2014, da cui si evince quanto siano cresciute le donazioni e i trapianti in Italia. E' una tendenza positiva, perché ci sono stati anni difficili in passato, che avevano accresciuto l'attesa disperata di malati in attesa e spesso terminali, con la coda di "viaggi della speranza" all'estero che riempiono d'angoscia e distinguono crudelmente fra ricchi e poveri. Ecco i dati: "Si conclude con un segno positivo l'anno 2014 per i trapianti di organo nel nostro Paese, con un totale di 2.976 interventi eseguiti (135 in più rispetto al 2013). Cresce complessivamente l'intera attività trapiantologica, con alcune peculiarità: rene e fegato hanno registrato un incremento decisivo, arrivando rispettivamente a 1.586 trapianti (85 in più rispetto al 2013) e 1.056 interventi (58 in più rispetto al 2013); restano sostanzialmente stabili i trapianti di cuore, 226 (sette in più rispetto all'anno precedente) mentre sono 126 quelli di polmone (15 in meno rispetto al 2013, anno straordinario in questo settore, ma dodici in più rispetto al 2012)". Ecco altre tipologie di donazione ancora più generosa: "Anche l'attività di trapianto di rene da donatore vivente registra un dato positivo per il 2014 e per l'intera rete trapiantologica: sono stati, infatti, 252 i trapianti di rene da vivente (26 interventi in più rispetto al 2013 e 62 in più rispetto al 2012)". Positivi anche trapianti per nuove frontiere, come i trapianti di tessuti con il trapianto di osso (8.256 interventi nel 2014) e di cornea (5.496 interventi nel 2014), così come i trapianti di cellule staminali. Altri dati per riflette anche sulle attese: "Al 31 dicembre 2014 i pazienti in lista di attesa erano 8.758; la maggior parte di questi è in lista di attesa per ricevere un trapianto di rene (6.538); rispetto agli altri organi, al paziente è offerta la possibilità di iscriversi in più liste d'attesa per il rene. Sono 1.042 i pazienti iscritti in lista per il fegato, 719 per il cuore e 368 per il polmone. Vi è una sostanziale stabilità dei dati di lista, dovuti ad un maggiore equilibrio, rispetto al passato, tra i flussi di entrata e di uscita. Nell'anno 2014, con variazioni per singolo organo, sono stati tra il 70 e l'80 per cento i pazienti usciti dalle liste di attesa con un trapianto. In particolare, rene: su 2.005 pazienti usciti dalla lista nel 2014, 1.584 hanno ricevuto un trapianto (pari al 79 per cento); fegato: su 1.023 pazienti usciti dalla lista nel 2014, 1.056 hanno ricevuto un trapianto (pari al 83,5 per cento); cuore: su 348 pazienti usciti dalla lista nel 2014, 226 hanno ricevuto un trapianto (pari al 65 per cento); polmone: su 187 pazienti usciti dalla lista nel 2014, 126 hanno ricevuto un trapianto (pari al 67 per cento)". Un solo ultimo dato per non stordirvi con i numeri: "Alla stabilità delle liste, per tempi e numero dei pazienti in attesa di ricevere un trapianto, dal 2012 registriamo un incremento della sopravvivenza grazie ad una maggiore qualità delle terapie farmacologiche e sostitutive somministrate ai pazienti prima di ricevere il trapianto, con particolare riferimento a cuore e fegato". Insomma: resta molto, molto da fare. Ma la logica è indicata dal sociologo Francesco Alberoni: «Il trapianto è il salvataggio di due organismi viventi. Della persona trapiantata che lotta per la sua sopravvivenza, e dell'organo che lotta per la sua. Ed entrambi, da soli, non hanno speranza, mentre uniti si salvano. Il corpo che accoglie l'organo trapiantato è perciò come un grembo materno, come un utero, che accoglie un figlio a cui dà la vita, mentre la riceve da lui».