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21 gen 2015

La cooperazione è un fatto serio

di Luciano Caveri

Nelle polemiche sulla liberazione delle due ragazze italiane, Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, mi sono permesso, su "Twitter", di esprimere due concetti. Il primo: se è stato pagato un riscatto come cittadino voglio sapere quanto è costato questo esborso che servirà a finanziare i terroristi islamici (il Governo in Parlamento ha detto e non detto, dicendo che sono "illazioni", ma la verità uscirà...). Secondo: ritengo che pagare i riscatti, a differenza di altri Paesi come Stati Uniti e Francia, renderebbe ancora più pericoloso il lavoro di chi opera in zone a rischio, perché può alimentare l’idea che l'Italia sia un "bancomat". Per cui l'attuale scelta del silenzio sarebbe, in fondo, una specie di "segreto di Pulcinella" ammantato da segreto di Stato. Polemicamente un interlocutore mi scrive, in uno scambio di idee: "Vietare la cooperazione? E' una possibilità". Penso che ci si debba intendere e non nella brevità delle battute da 140 caratteri. Segnalo, tra l'altro, che in questi giorni lo scrittore e giornalista Corrado Augias ha lasciato "Twitter" proprio per la brevità eccessiva dei caratteri a disposizione, che - osserva - «forse vanno bene in inglese, ma non una lingua polisillabica come l'italiano». Per altro, nota come spesso i messaggi forzatamente brevi sono «palestra per i giochetti di parole» e «per considerazioni sommarie», che sarcasticamente ricordano - dice ancora Augias - i "pizzini" della mafia.

Credo molto nella cooperazione e ricordo che l'Unione europea ha dedicato il 2015 - come anno europeo - alla cooperazione, allo sviluppo e agli aiuti per sottolineare l'importanza della politica di sviluppo internazionale. Purtroppo quando ero deputato furono gli anni il cui sistema italiano fu colpito in profondità da scandali e scaldaletti, ma questo non muta la sostanza del giudizio: bisogna aiutare i Paesi più poveri e se non lo si vuole fare per senso di solidarietà e umanità, bisogna farlo perché - senza un riequilibrio fra Nord e Sud del mondo - l'Occidente sarà assediato dalla povertà e dalla disperazione di popolazioni che per varie ragioni non possono o non vogliono più vivere nei propri Paesi d'origine. Io penso, ad esempio, che - come in parte è stato fatto - che la vocazione della Valle d'Aosta sia cooperare con le zone di montagna dei Paesi poveri per esportare quei nostri "savoir faire", che valgono più di aiuti a pioggia. In generale, purtroppo, se andiamo a rileggere la "Dichiarazione del Millennio", approvata nel 2000 da 186 Capi di Stato e di Governo nel corso della Sessione speciale dell'Assemblea generale delle "Nazioni Unite", si capisce come non sia stato per nulla raggiunto l'obiettivo posto allora del dimezzamento della povertà assoluta entro il 2015. Le linee elaborate al tempo riguardavano:

Lotta alla povertà e alla fame; Educazione di base universale; Eliminazione delle disparità tra i sessi; Riduzione della mortalità infantile; Miglioramento della salute materna; Lotta contro l'Aids e le altre malattie infettive; Protezione dell'ambiente; Creazione di un partenariato globale per lo sviluppo.

Mancava all'appello uno dei punti chiave: gli aiuti nei Paesi, purtroppo troppi, che sono scenario di guerra e molte ferite nuove nel mondo si sono aperte sul versante bellico con l'estremismo islamico da cui è bene prendere le distanze, perché chi ci gioca scherza con il fuoco. Questo vuol dire che chi fa cooperazione in certi Paesi come la Siria - ed è il caso delle due ragazze - non lo può fare con "Organizzazioni non governative" frutto del "fai da te" e senza l'esperienza necessaria per muoversi in ambienti pericolosi. Visto che brutte avventure colpiscono già persone scafate, come quel padre Paolo Dall'Oglio, che fu rapito nel luglio del 2013 e sarebbe oggi nelle prigioni dello Stato islamico in Siria. Per cui, se i rapimenti colpiscono chi sa muoversi in certe zone, figurarsi i rischi potenziali, dimostratisi reali, per due ragazze piene di buona volontà (e pure di passione ideologica, che comporta entusiasmi pericolosi). Sarebbe bene che lo Stato vigilasse su chi varca certi confini non solo a rischio proprio, per evitare poi che i riscatti eventuali ingrassino gli assassini, che usano i soldi contro di noi con un evidente "effetto boomerang".