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14 gen 2015

La satira politica

di Luciano Caveri

Ancora ieri, nei commenti sulla strage a Parigi nella Redazione di "Charlie Hebdo", dove sono stati uccisi i più importanti vignettisti della rivista satirica francese, ho letto e sentito commenti del genere «avevano esagerato». Che è pure un commento legittimo, se non finisse per suonare come un incredibile addolcimento o meglio un'attenuante delle responsabilità ingiustificabili di chi ha scelto la strada dell'assassinio politico, nascondendosi dietro al proprio Dio. Non tornerò sulla follia dei fondamentalisti religiosi e del loro braccio armato. E, in riposta, bisogna usare il Diritto (interno e internazionale) e non cadere nella tentazione di una "Crociata" fuori tempo. Dare fuoco alle Moschee, vuol dire mettersi sullo stesso piano di chi - integralista islamico - ritiene un suo diritto dar fuoco alle Chiese cristiane durante la Messa.

Vorrei, invece, ribadire il ruolo e la nobiltà della Satira politica, che pure può spingersi - e ci sono gli strumenti penali per avere dei confini - anche molto in là, ma è il prezzo della Libertà, che non esiste dove albergano logiche totalitarie di vario genere. Sarà che, per mia fortuna, sono cresciuto scoprendo che cosa fosse la Satira politica. Nella biblioteca di mio papà - non so il perché e non posso più chiederglielo - campeggiava un enorme volume della raccolta de "L'Asino", rivista di satira politica nata a Roma - all'epoca di Giovanni Giolitti - per volontà di giovani di area socialista. Da ragazzo sfogliavo questo tomo e mi colpivano, non avendo sempre consapevolezza, arrivata poi con il proseguimento degli studi, le vignette grottesche e gli scritti irriverenti a fine Ottocento. La stessa satira politica, in altre forme, la scoprii qualche anno dopo, quando cominciai - sulle orme di un cugino - a leggere "Linus". Mi riferisco alla direzione di "OdB - Oreste del Buono", che per una decina d'anni, dal 1971, aprì la porta della sua redazione, oltreché ai classici "Peanuts", ad autori satirici tipo Altan, Angese, Vauro ed a scrittori al curaro come Stefano Benni e Michele Serra. Il taglio politico era evidente, ma assai formativo. Comparivano anche le vignette erotiche di Georges Wolinski, ucciso due giorni fa a Parigi. In fondo, per la mia generazione, la continuità, ma con un tono ancora più dissacrante e "rivoluzionario", venne dal "Il Male" - ispirato al francese "Le Canard enchaîné" (che ancora oggi leggo ogni tanto) - nato nel 1977 (morì poi prematuramente nel 1982), quando ero ancora un liceale divertito da quella banda di matti. Ricordo il direttore Pino Zac e quel Sergio Saviane, che leggevo su "L'Espresso" come critico televisivo. Fecero scherzi memorabili, come l'arresto di Ugo Tognazzi, indicato come il "grande vecchio" delle "Brigate Rosse", imitando le prime pagine dei giornali. Ricordo anche la falsa copia del "Corriere dello Sport", quando annunciarono l’annullamento dei Mondiali di Calcio del 1978 o il falso con cui annunciavano l'arrivo degli extraterrestri. In genere, con queste copie fasulle, ci si metteva in un angolo della stazione ferroviaria, con il giornale ben aperto e la lettura dei titoli sconvolgeva gli inconsapevoli passanti. Ricordo anche l'avvento delle vignette politiche su "La Repubblica", di cui comprai la prima copia nel 1976, all'epoca dell'uscita. Il grandissimo Giorgio Forattini era un appuntamento immancabile. Ma la mia generazione si trovò anche di fronte alla satira politica in televisione, di cui fecero le spese personaggi come Dario Fo. Ma poi uscirono comici come Beppe Grillo, prima della politica, o Roberto Benigni. Per non dire di trasmissioni di rottura come "Blob" di Enrico Ghezzi o "Striscia la notizia" di Antonio Ricci (la cui attuale messa in onda ha ormai il senso decrepito del reducismo). Moderni e aggressivi sono stati comici da satira come Daniele Luttazzi ed i fratelli Sabina e Corrado Guzzanti. Oggi giganteggia il solo Maurizio Crozza. La satira politica è e resta una ginnastica mentale, che può dare fastidio e irritare, ma di cui in democrazia non si può fare a meno.