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18 nov 2014

Il povero Parlamento e la strana coppia

di Luciano Caveri

Se oggi fossi un parlamentare, mi guarderei allo specchio per capire che cosa mi stia succedendo, al di là degli schieramenti e delle personali convenienze. Questa XVII Legislatura, iniziata formalmente nel marzo dello scorso anno, sta assumendo caratteristiche che devono fare riflettere. E' vero che non nacque sotto una buona stella: a causa del sistema elettorale e delle sue bizzarrie nessuno vinse quelle elezioni politiche, che ebbero come caratteristica la vittoria del "Movimento 5 stelle" di Beppe Grillo. Il succedersi delle vicende mostra, nel volgere di un periodo breve, le complicazioni della politica italiana, in questa lunga stagione di transizione, che per altro mi sfugge dove porterà. Direi che si "naviga a vista" e il mare è procelloso. I fatti parlano da soli nella cronologia degli eventi. Viene, anzitutto, "bruciato" malamente il leader del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; viene poi riproposto al Quirinale Giorgio Napolitano, che assume un ruolo di dominus nel caos generale; nasce in seguito il Governo Letta che si spegne in pochi mesi; si afferma infine, prima nel PD e poi per Palazzo Chigi, il giovane Matteo Renzi. Intanto, Silvio Berlusconi perde il ruolo di parlamentare per le sue vicende giudiziarie e perde anche una parte di Forza Italia da cui esce Angelino Alfano con il suo "Nuovo CentroDestra". Renzi e Alfano sono i cardini del nuovo Governo, ma la vicenda non si chiude qui, perché emerge un asse evidente - del tutto extraparlamentare, perché avviene fuori dalle Camere e dalle dinamiche dei lavori parlamentari - fra Renzi e Berlusconi. I due si erano conosciuti e piaciuti all'epoca in cui Renzi era ancora sindaco di Firenze e sulla base di quel feeling precedente nasce il patto (stavo per scrivere il Partito...) "del Nazareno", all'inizio del 2014, che orienta ancora oggi le decisioni governative. Dalla riforma costituzionale, purtroppo centralista e anti-regionalista, alla nuova legge elettorale, quell'"Italicum" (se possibile pure in peggioramento rispetto al primo testo), che poche ore fa ha visto risorgere dalle proprie apparenti ceneri l’asse fra Matteo e Silvio. Ci sono poi aspetti ignoti, che - malgrado certi documenti scritti pubblicati e rassicuranti - alimentano il gossip politico e che un giorno conosceremo nei dettagli e forse ci stupiranno per la varietà di temi messi in cottura. Cosa c’entra un parlamentare medio? Mai come oggi le Camere contano un fico secco. Le leggi importanti passano attraverso il meccanismo perverso del "decreto legge", spesso senza la necessaria "straordinaria necessità e urgenza" e la chiara definizione delle materie oggetto del provvedimento. Il voto finale viene sveltito quasi sempre con l'uso del voto "di fiducia". Persino la riforma costituzionale ha previsto la decadenza di gran parte degli emendamenti per fare in fretta, attraverso l'impiego di una norma "tagliola" del regolamento del Senato. I Gruppi parlamentari, come i partiti, prendono atto delle decisioni assunte autonomamente dai leader, che fanno e disfano, in una personalizzazione della politica e dei meccanismi di marginalizzazione del Parlamento, che hanno raggiunto vette mai scalate prima. Così come accordi che sfidano, per la loro arditezza, le antiche "convergenze parallele", mentre il semestre di Presidenza italiana del Consiglio europeo sprofonda in un mare di polemiche con ritorni negativi al mittente.
Il tutto si svolge in una logica del genere "tocca pazientare", perché quella attuale pare essere "l'ultima occasione buona". Per carità, anche io ho abbondato negli atteggiamenti pazienti e comprensivi nell'osservazione del panorama, specie perché in tempo di crisi economica bisogna avere senso di responsabilità, ma confesso di avere esaurito le munizioni e soprattutto questa logica da "ultima spiaggia" perenne, assieme al crescente "effetto annuncio", non mi conforta. Per cui oscillo nella visione delle vicende romane fra scelte intimiste da focolare domestico, perché tutto è perduto, e idee ribelliste, che mi agitano per non subire gli avvenimenti. Strano misto di sentimenti contrastanti.