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17 mar 2014

Chi usa "bacanotto" è un "cretino"

di Luciano Caveri

Se dite "bacàn" o meglio "bacán" in alcune zone dell'America Latina non offendete nessuno, anzi! La persona che avete davanti è "Elegante, de vida acomodada y lujosa" o, più semplicemente, "Bueno, excelente". Se lo dite in Valle d'Aosta, magari in un'intercettazione effettuata dai Carabinieri, il significato è ben diverso: perché un "bacan", un "bacano", un "bacanotto" è un valdostano autoctono di origine contadina piuttosto fessacchiotto e credulone. Insomma, quel che in spagnolo è un complimento, in Valle d'Aosta è un insulto. Su "Wikipedia" chi ha scritto la voce - e non c'è molto altro - apre a diverse ipotesi sulle origini: dal genovese (padre, capitano e dunque positivo) al milanese (persona allegra e spensierata, che farebbe pensare a "Bacchus" - dio del vino - come origine) Interessante è l'uso del termine nel nord-est italiano, fra Veneto e Trentino-Alto Adige, come spiega l'enciclopedia on line: "Significato originario "contadino", a volte anche "contadino ricco"', ma col tempo "contadinaccio rozzo e ignorante". Parlare, vestire, comportarsi come un bacan, essere un "bacanotto" sono espressioni ironiche, in Alto Adige spesso usate in tono offensivo dagli italiani nei confronti dei tedeschi. Del significato originario legato a immagini di ricchezza e potenza è testimone ad esempio un'antica canzone popolare in cui la "fiola del bacan" vive in un castello, della mutazione semantica espressioni come "bacan da l'ua" (dell'uva) o "baca da Laives" (località presso Bolzano) sempre ironiche o addirittura offensive". Non sono un linguista, ma noto che in quel poco che si trova non esistono riferimenti alla nostra area alpina, per cui vien da pensare che questa parola - ormai assorbita anche nel suo uso in Valle d'Aosta - sia arrivata proprio con la migrazione veneta e sia il segno degli anni difficili dell'integrazione. Epoca in cui non saranno mancati prese in giro e motteggi fra valdostani autoctoni e nuovi arrivati, come sempre capita, prima che l'integrazione facesse condividere anche le parole, per cui oggi "bacàn" potrebbe persin sembrare francoprovenzale o forse è proprio così e "bacàn" c'era già! Infatti, il termine risulta ormai nelle espressioni locali in patois nel dizionario in lingua, tradotto con i francesi "sot" o "imbécile". Boh, chissà! Per cui oggi di certo "bacàn" è in Valle d'Aosta uno sfottò malevolo e chi lo usa scherza ma per offendere, considerando chi apostrofa con questo termine qualcuno di socialmente inferiore, un gonzo da sfottere e da abbindolare. Per questo - senza bandire la parola che può essere anche adoperata con allegria - chi la usa con intento offensivo è semplicemente un "cretino". Parola, invece, di evidente origine francoprovenzale, che con garbo definiva "cristiano" chi era affetto dalla deficienza dovuta ai problemi di tiroide, tristemente noti come "gozzo". Si noti la tenerezza intrinseca, ben diversa dall'uso violento di "bacàn".