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15 mar 2014

Estirpare la gramigna

di Luciano Caveri

Raramente faccio la morale (e neppure discetto di etica, la sua sorella maggiore) da questa mia pagina, ma quando ci vuole ci vuole. Oggi lo faccio in termini astratti, senza affondare la lama nella cronaca nera, ma sapendo che nella rete della Giustizia talvolta finiscono più i pesci piccoli di quelli grandi. Un politico che compri i voti è da bandire dalla società civile e certo meritevole della interdizione perpetua dai pubblici uffici. Questa "gramigna" del voto comprato (con soldi o "sconti" di vario genere) o della rete del voto di scambio (assunzioni pilotate senza merito, appalti "pilotati" e altri favori illeciti) non solo falsa i risultati elettorali, ma anche, se ci sono, i voti personali di preferenza. Tra l'altro, nella gradazione dello schifo, penso che in tempo di crisi, la "vendita" di un posto di lavoro sia ancora peggiore di chi se la cava con una manciata di banconote. In più, certi sistemi creano - nei casi peggiori e a voto avvenuto - legami luciferini fra l'eletto e la criminalità organizzata, con politici che diventano come marionette (ma spesso anche complici negli "affari") nelle mani di chi li ha "aiutati". Non si fa niente per niente. E magari possiamo anche aggiungere che in politica chi non segue certi filoni di amicizie "interessate" o "sporche" finisce - autentico paradosso e frittata girata - per essere considerato fuori dal coro e degno di essere spiaccicato contro il muro come il povero Grillo Parlante di Pinocchio. Naturalmente penso che non ci si debba fare intimorire dai disonesti. Come politico di vecchia data, che rivendica le "mani pulite", questo fenomeno mi fa venire il vomito e questi sistemi, in un primo tempo di importazione dal Sud, oggi sono diffusi in tutta Italia e chi è "beccato" fa pure il fenomeno, come se in fondo fosse diventata una prassi, che abbia finito per depenalizzare un fenomeno diventato "normale". Così, fatto salvo che le sentenze ovviamente le scrivono i giudici, i giornalisti che denunciano il degrado morale, che sottende certi reati, vengono pure bacchettati e la diffusione di notizie viene definita "gogna mediatica" e non esercizio della libertà dell'informazione. E, invece, chi ne scrive fa benissimo, perché semmai è in torto chi si abitua e fare "semblent de rien" e anche chi diventa goffo avvocato difensore di chi avrà nei processi ampia possibilità di difesa con avvocati veri. Stupisce anche chi si stupisce: quante volte, nei partiti, abbiamo visto donne e uomini di cartapesta salire d'improvviso, con botte di voti che li hanno proiettati in cielo come fuochi d'artificio. Anche oggi, c'è chi vanta record di voti, con gregari che lo attorniano, "baciati" da preferenze improvvise, fenomeni che sarebbe meritevoli di sguardi attenti da parte di chi di dovere. Unico modo per estirpare la gramigna.