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28 gen 2014

Quelli che la politica...

di Luciano Caveri

«Io non mi interesso di politica». Per chi ha fatto, per molti anni attività politica e non se ne vergogna affatto, anche se non è proprio l'epoca per sbandierarlo, questa frasetta è stata un classico nella sua ripetitività e semmai le cose stanno peggiorando. Unificati nell'affermazione, ci sono state e ci sono persone da classificare con la stessa minuzia di un entomologo, per non scambiare ragni per grilli. Cominciamo con la signora bon ton di una certa età, che ha della politica la stessa valutazione che può avere per il meretricio. C'è poi l'attempato ex militante, che ne ha viste tante, e che è giunto alla conclusione che l'astensionismo non basta, ma ci vuole una condizione zen di totale astrazione. E come non evocare il giovane di belle speranze, per il quale il vuoto pneumatico per la politica è riempito da mille altri interessi e la galassia politica è distante come la galassia vera, scoperta a 13 miliardi di anni luce dalla Terra e che, per vostra informazione, è stata chiamata "z8_GND_5296". Annoto infine la coppia disinformata: quella che incontri a cena e che scopri vivere in una specie di bolla - come degli eremiti in mezzo ad una folla - perché non si informano, vivendo con l'aria stranita, ma senza l'ironia intrinseca, di "Alice nel paese delle Meraviglie". Ma attenzione al trucco: perché non bisogna mai farsi depistare dalle apparenze. Se è vero, infatti, che le specie descritte - a puro titolo esemplificativo - manifestano il loro status, con il tempo ho imparato a diffidare anche di molti militanti. Di quelli che sembrano masticare la politica come qualcosa di familiare e che sembrano sempre pronti a spiegarti come vanno le cose. Ebbene molto spesso, anche chi pratica "pane e politica" e potrei annotare anche persone che ci lavorano proprio dentro, hanno di certi meccanismi istituzionali e dei fondamentali culturali solo una lieve infarinatura. Se affondi il colpo, scopri che somigliano a quei libri messi in casa in certe librerie, in cui esiste solo la prestigiosa rilegatura esterna, perché dentro il libro non c'e, trattandosi solo di un elemento ornamentale. Su questo pesa non poco la crisi dei partiti, vituperati strumenti previsti dalla Costituzione come strumento democratico. Certi vecchi partiti ci tenevano acché la militanza coincidesse con una formazione politica, che consentisse poi, nella sostanza, alla capacità di difendere le proprie idee o a scalare senza complessi i diversi scalini di un'attività amministrativa e elettiva "per conto di...". Ma poi molti partiti sono diventati dei castelli disneyani di cartapesta, connotati più da attività di marketing attorno al punto topico: essere una macchina da voti. Triste destino che si riversa su iscritti e simpatizzanti, lasciati in braghe di tela. Per cui tra chi è "fra color che sono sospesi" nel Limbo della "non politica" e chi è immerso nella politica, ma con una certo analfabetismo "politico" catatonico, non sempre siamo ben messi...