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19 dic 2013

Le piccole, grandi cose

di Luciano Caveri

Anche oggi sciopero, rispetto alla realtà quotidiana e alle brutte notizie, dedicandomi - in un'astrazione rispetto ai molti spunti possibili - ad un quadro intimista e familiare. Sarà che in questo periodo la situazione complessiva mi preoccupa per la sua gravità e mi snerva l'atteggiamento di chi dovrebbe occuparsene e perciò trovo un elemento di decompressione nel pensare alle piccole cose. Chi abbia letto Guido Gozzano (o lo abbia studiato, come ha fatto la valdostana Chantal Vuillermoz, cui si deve un bel libro sui soggiorni valdostani e trasmissioni televisive nello stesso solco sul poeta torinese) sa quanto dietro alle "piccole cose" possa nascondersi qualche elemento - lo spero - di ironia e anche di nostalgia. Prendersi sempre e solo sul serio è tristissimo e bisognerebbe avere una specie di allarme che ci avverta, di tanto in tanto, sulla necessità di fare il punto per evitare il rischio di dimenticare la centralità degli affetti e ci consenta di ricordare come anche i massimi sistemi siano poi saldati, nella nostra vita, ad una catena di "piccole cose". Eccoci al punto: si entra in un lungo periodo di compleanni: il 16 tocca ad Alexis (festeggiato ieri), il 25 a me e il 28 è il momento del primogenito Laurent. Questo ingorgo di anniversari, racchiusi in una dozzina di giorni, è come un segno del destino beffardo: essere nati a fine anno (trovarsi, dunque, il più piccolo a scuola) segna il destino di un Natale che attrae tutto e svuota il resto. Il compleanno varia, per altro, a seconda dell'età. Di quelli più profondi nell'infanzia non ho gran ricordi, se non la confusione derivante dalla grande festività del Natale, con i suoi annessi e connessi, e il mio compleanno che cascava in mezzo ai festeggiamenti. Non capivo di certo bene quanto l'incrocio fosse eccentrico. Certo - inutile raccontarsi delle storie - i compleanni sono come dei vestiti che si adeguano a ciascuna età. Per quanto la vita sia imprevedibile e dunque non si sa mai quando la spina si stacchi, è vero che quando si avanza con gli anni l'esistenza è davvero come la sabbia che fugge scorrendo in una clessidra. Ma questo, in fondo, è una specie di stimolo a non sprecare nulla. Giorni fa, ma gli esempi potrebbero purtroppo moltiplicarsi, ho sentito un amico in cura per una brutta malattia: ho colto in lui la stanchezza, lo scoramento e anche la paura. Sono occasioni in cui si riconsiderano le proprie priorità e una festa di compleanno la guardi con occhi diversi.