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02 dic 2013

Non arrossire guardandosi allo specchio

di Luciano Caveri

La politica è fatta anche da rapporti umani che non dovrebbero incidere sulle amicizie. Uso il condizionale, perché invece talvolta avviene e posso testimoniarlo, pur non essendone stato responsabile. Incontro un amico di quelli della "battaglia interna" nell'Union Valdôtaine e non è il solo che ho visto, ormai parecchi mesi fa, mettere la "mimetica" per partecipare a questa famosa battaglia, ma forse era solo un eccentrico pigiama. Ci parliamo lo stesso, pur essendo ormai su posizioni diverse, ma ciò non avviene in luoghi troppo pubblici, perché - si sa - che potrebbe essere rimproverato per le sue deprecabili frequentazioni. Ci sono passato: finire nel "libro nero" è un'esperienza spiacevole, soprattutto perché non ti arriva mai a casa una notifica del fatto e la circostanza viene sempre negata da chi ha operato l'ukase (nell'antica Russia, fino al XIX secolo, editto o decreto imperiale, tipica espressione e strumento del dispotismo zarista). Il mio amico è arrabbiato nero per le nomine nel Comité fédéral, raccontandomi i retroscena delle scelte e delle assenze. Ascolto, divertito perché non mi tange,anche se i "dietro le quinte" mi sono sempre piaciuti, perché mettono sale sulle notizie ufficiali, che sono insapori per natura. Nelle quattro chiacchiere fatte, finisce poi quasi per rimproverarmi, dicendomi: «ma anche tu ultimamente non picchi più duro!». Mi sento per un attimo un mollaccione, che ha perso la verve che sperava di avere e dunque come non chiedersi: «specchio, specchio delle mie brame, chi è il più fiacco del reame?». Visto che lo specchio è mio, smentisce recisamente! Caspita, l'occasione è davvero propizia per un ragionamento. Cosa capiti nell'Union Valdôtaine è un problema per chi è iscritto o simpatizzi per il Mouvement. Una critica "esterna", in questa fase, che non è più - per così dire - di transizione, non avrebbe senso. Chi mi conosce sa quanto sia stato difficile e doloroso per me lasciare il Mouvement per ragioni personali e familiari. Ma, quando si sceglie una strada nuova, bisogna poi percorrerla, fatto salvo il fatto comprensibile di un'elaborazione del lutto. Un processo mica da ridere, ma che ha un salvifico punto d'arrivo, che è liberatorio. Per cui, oggi potrebbero mettere in un organo di qualunque partito il "Mostro di Firenze" o Messalina e non sarebbero fatti miei, almeno da esplicitare qui. Anche perché la figura dell'ex - in amore, così come in politica - che continua ad impicciarsi di fatti che non lo devono riguardare sarebbe del tutto patetico. Per altro l'ex non può avere un ruolo di supplenza verso chi dovrebbe indignarsi in proprio e fare la celebre "battaglia interna". Ognuno risponde dei proprio comportamenti. Aveva ragione Indro Montanelli, quando scriveva: «L'unico incoraggiamento che posso dare ai giovani, e che regolarmente gli do, è questo: "Battetevi sempre per le cose in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Una sola potete vincerne: quella che s'ingaggia ogni mattina, quando ci si fa la barba, davanti allo specchio. Se vi ci potete guardare senza arrossire, contentatevi"».