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15 nov 2013

Il "cupio dissolvi"

di Luciano Caveri

L'italiano di Enrico Letta è una lingua precisa, come ci si aspetta che sia da un toscano - o meglio un pisano, vista la ferocia dello scontro fra i campanili in quella Regione - e così si può dire che non impieghi mai un'espressione a casaccio. Così è avvenuto con l'uso di quella locuzione in latino, "cupio dissolvi", (letteralmente «desiderio d'essere dissolto»), adoperata per dire a Silvio Berlusconi di non affondare il suo Governo, anche se decadesse dal suo mandato elettivo di senatore. La "Treccani" ne spiega l'origine colta: "Espressione che ha la sua origine in San Paolo, il quale nella prima lettera ai Filippesi scrive, secondo il testo della Vulgata, desiderium habens dissolvi et cum Christo esse, traduzione letterale del gr. τὴν ἐπιϑυμίαν ἔχων εἰς τὸ ἀναλῦσαι καὶ σὺν Χριστῷ εἶναι: dove dissolvi e ἀναλῦσαι esprimono il concetto dello scioglimento dell'anima dal corpo e quindi della morte. La frase ritorna con frequenza nella patristica latina, come citazione diretta o come reminiscenza, anche con varianti formali, tra le quali predomina appunto quella stabilizzatasi nell'uso come cupio dissolvi ecc., che in questa forma risale con molta probabilità a versioni bibliche anteriori alla Vulgata (cfr. infatti Tertulliano, De patientia 9, 5: «Cupio dissolvi et esse cum Christo, dicit Apostolus»)". Poi si passa dall'uso sacro a quello profano: «Col tempo però il senso originario di cupio dissolvi si è via via trasformato, per indicare in genere un desiderio di mistico annientamento in Cristo, e il motto è stato assunto a simbolo di aspirazione a una vita ascetica, di rinuncia alla propria personalità, e successivamente adattato anche ad accezioni e usi più laici e profani, esprimendo, a seconda dei casi, rifiuto dell'esistenza, desiderio di estenuazione, volontà masochistica di autodistruzione e simili». Il tema è interessante e in fondo adombra certe argomentazioni usate contro i comportamenti dell'opposizione in Valle d'Aosta. La tesi è semplicistica: un uso eccessivo della democrazia parlamentare, usando strumenti previsti dal regolamento del Consiglio valle come interrogazioni, interpellanze e mozioni, finisce per essere una perdita di tempo per il Governo, che è stato eletto per governare. Proposizione suggestiva e che impressiona, ma bisogna fare attenzione al suo contenuto potenzialmente velenoso. Piace vincere facile, se si cita la celebre frase di Winston Churchill: «E' stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte quelle altre forme che si sono sperimentate finora». Ma non è solo questo e cioè il fatto che sia la normalità e non l'eccezione la dialettica fra maggioranza e opposizione, c'è da smontare la tesi che chi critica mirerebbe ad una sorta di distruzione del sistema autonomistica dal proprio interno. C'è chi lo ha pensato e fatto, ma di certo questo non fa parte del DNA dell'Union Valdôtaine Progressiste: nessuno gioca a fare il "tupamaro" per danneggiare in qualche modo la Valle d'Aosta. Semmai, non essendo appunto un tentativo di "cupio dissolvi", è un'azione difensiva per evitare i comportamenti distruttivi di chi svilisce le istituzioni e disperde - con un contagocce continuo - un patrimonio di idee e di valori.