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13 nov 2013

Contro la crisi

di Luciano Caveri

So che queste frasi, che sto per proporvi, le ho già scritte. Ma anche le citazioni si trasfigurano nel tempo, perché si inchiodano sulla realtà attuale a seconda degli scenari che trovano nel loro lavoro evocativo. Quando usai la riflessione, nel 2012, si parlava di una crisi che sarebbe finita, si diceva da lì a poco, mentre l'economia in Italia è purtroppo pure peggiorata e la politica nazionale è in una crisi nera. La Valle d'Aosta non è più un posto al riparo e sono molteplici i segni di un declino, assieme drammatico e triste, cui non rassegnarsi per evitare che vincano quelli che, soli e in alleanza, stanno portando la nave verso la scogliera. «Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le Nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere "superato". Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell'incompetenza. L'inconveniente delle persone e delle Nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c'è merito». Interessante vero? Questo brano è tratto da "Il mondo come lo vivo io", un insieme di pensieri dell'inizio degli anni Trenta, scritto da Albert Einstein (1879-1955). La crisi, cui si riferisce Einstein, è quella celebre del 1929, quando il crollo della borsa di New York e la successiva gravissima crisi economica, finanziaria e sociale degli Stati Uniti - che attraversò poi il mondo - fu un evento marcante della storia del Novecento. La crisi del '29 fu come un ponte fra la Prima e Seconda guerra mondiale, in uno scenario che vedeva da un lato la presenza della Russia comunista, l’ascesa al potere di Adolf Hitler e dei nazisti in Germania e l'affermarsi della dittatura fascista in Italia. Einstein arrivò negli Stati Uniti nel 1933 per sfuggire, in quanto ebreo, alle leggi razziali e assistette in America alla discussione su un nuovo modello di società e di economia negli Stati Uniti di quegli anni, pensando a che cosa fu il "new deal" del presidente Franklin Delano Roosvelt. Oggi la Valle d'Aosta soffre, come dicevamo, per le vicende della crisi economica, che è usata in più come un alibi per colpire il cuore dell'ordinamento e anche il portafoglio della nostra autonomia speciale. Spetta ormai all'Union Valdôtaine Progressiste un ruolo di traino per discutere il futuro della nostra Valle. Bella, su questo, la frase, adatta alle circostanze, di Henri Lacordaire: «Entre le passé où sont nos souvenirs et l'avenir où sont nos espérances, il y a le présent où sont nos devoirs». In gioco c'è una forma più moderna e attuale di società valdostana: una sfida politica da affrontare, con impegno, voglia di fare e sincerità.