Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
19 set 2013

Le rire désarme

di Luciano Caveri

Ero convinto che il celebre slogan «una risata vi seppellirà» fosse un prodotto originale del Sessantotto francese. Invece, pare che l'espressione beffarda la si debba addebitare addirittura a Michail Bakunin, anarchico e rivoluzionario russo, che attraversò poi nella sua vita, in buona parte dell'Ottocento, mezza Europa. In fondo, in un mondo intriso da sempre di violenza, contro i rischi di eccessiva demonizzazione dell'avversario politico, ci sta tutta l'idea salutare di sdrammatizzare. E' una regola che evita che le circostanze avvelenino troppo la propria vita e finiscano per imbibire ogni nostro atto con quei due sentimenti detestabili, specie a dosi troppo elevate, che sono l'odio e il risentimento. Ieri, saggiamente, una persona - rispetto alla situazione politica valdostana - mi invitava al mantenimento dei nervi saldi e alla necessità di non spaccare troppo la comunità valdostana. Sarà pur vero che sono meno coinvolto, per i passi indietro che ho fatto dalla politica elettiva, ma su questa visione più serena - senza indulgere con la retorica dei buoni sentimenti - ci posso stare. Stemperare gli animi è un buon esercizio. In questo senso, meglio una risata in più che farsi un fegato marcio. Tuttavia, bisogna anche intendersi: di certo la politica è fatta da personalità che possono, nel loro agire, dar vita a complessi giochi di alleanze e rotture, di simpatie e antipatie, di punti di vista coincidenti e opposti. Questo è normale che avvenga. Ma penso che esista sempre un "punto di non ritorno", quando si oltrepassa il limite di sopportazione ed è un bene che si rompano equilibri di facciata. E' un bene che certe questioni emergano con chiarezza, evitando tatticismi, che spesso giovano a un pernicioso status quo. Certo ci si può anche provare con un sorriso. Anni fa, uscì un filmetto simpatico dal titolo: "Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi". Pellicola che descriveva come uno scienziato un po' pazzo rimpicciolisse per sbaglio figli e loro amici nel giardino di casa. Ebbene il titolo potrebbe diventare "Tesoro, mi si è ristretta l'autonomia", quando scelte politiche e amministrative, comportamenti personali e metodi adottati risultino nocivi per il futuro stesso della Valle d'Aosta. Questo diventa il punto, quando c'è - in una crisi che ormai è un effetto domino che non si riesce a nascondere - la preoccupazione che proprio tutto vada a catafascio, nel caso in cui non si contrapponga un modo di fare e di essere diverso. Tornare ad una reale condivisione è un operazione complessa, ma necessaria. Si può voltar pagina sorridendo e evitando di demonizzare/santificare qualcuno. L'umorista francese Pierre Dac diceva, seriamente: «Le rire désarme, ne l'oublions pas».