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18 ago 2013

Il gigante buono

di Luciano Caveri

In una domenica estiva un classico, sin da bambino e poi nelle tappe della paternità, è la gita al Gran San Bernardo. Attrazione scontata sono i cani "San Bernardo", che salgono lassù ormai solo d'estate, mentre nella storia la loro specialità era il salvataggio invernale del viandante in transito. Diciamolo subito: senza la botticella al collo, che è stata un'invenzione dei pittori inglesi, ormai assorbita persino dai souvenir in vendita, kitsch come tutta l'oggettistica di questo genere. Oggi i cani sul Colle sono della "Fondation Barry", nel cui sito trovate tutta la storia, che è poi riassumibile in poche righe: "En 2005, la "Fondation Barry" reprenait des mains des chanoines le chenil des célèbres Saint-Bernard du col éponyme. Depuis lors, la fondation est propriétaire du plus ancien élevage au monde du chien national suisse". Senza la "Fondation" e certi mecenati che la sostengono l'allevamento e i cani in quota sarebbero spariti a causa della grave crisi di vocazioni dei Canonici svizzeri, che reggono l'Ospizio con crescenti difficoltà e non a caso da poco hanno lasciato il nostro "Institut Agricole" di Aosta, che avevano collaborato a far nascere nel 1951. Per cui onore alla Fondazione che prende il nome dal San Bernardo eroico, quel Barry I (1800-1814), che salvò almeno quaranta persone e il cui corpo imbalsamato è esposto presso il Museo di Storia Naturale di Berna. Va detto, però, che il prezzo per la visita agli animali al Colle è piuttosto cara e le gabbie che ospitano i cagnoni mettono una certa tristezza, forse un piccolo sforzo architettonico avrebbe evitato l'effetto Guantanamo. Traggo dall'Atlante delle razze canine la seguente descrizione: "Il Cane di San Bernardo (St. Bernhardshund) è tra i cani più grandi del mondo, soprannominato il "Gigante delle Alpi". La sua culla d’origine di trova al confine tra Italia e Svizzera, ad un'altitudine di 2.472 metri. E' il più grande tra tutti i molossoidi. Sono diverse le ipotesi della sua origine. Deriva certamente dai grandi molossi pesanti della lontana stirpe assiro-babilonese. Presso le civiltà sumero-accadiche erano già presenti molossi simili a questo cane. L'ospizio di San Bernardo fu fondato dal nobile Bernardo da Mentone nel 1049 con il generoso intento di dare riparo ai viandanti e ai dispersi; in questo ospizio venivano usati dei molossi che venivano specializzati nel soccorso. L’opera di soccorso dei San Bernardo raggiunse il suo apice nel ventennio 1790-1810. la selezione della razza venne portata avanti da monaci con molta serietà. La razza si è, con il passare degli anni, specializzata nel soccorso dell'uomo, ed è attualmente la razza più indicata al mondo per questo ruolo significativo. Con la stesura dello Standard nel 2 giugno 1887, al Congresso Citologico di Zurigo, iniziò ufficialmente l’evoluzione cinofila del Cane di San Bernardo". Una sola precisazione per evitare storpiature: il grande Santo, San Bernardo, era di Aosta ed è bene che questo nostra grande personalità sia oggetto di vanto per i valdostani. Quella dei cani è, invece, una storia di certo ancora più antica dell'Ospizio al Colle del Gran San Bernardo e mi sento di azzardare ancora più datata della strada romana, che da Aosta biforcava verso la Francia e la Svizzera, attraverso i Colli del Piccolo e del Grande, dedicati a quel San Bernardo, che dal 1923 - non a caso e per scelta di Papa Ratti, grande esperto di montagna - è diventato il Patrono degli alpinisti.