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24 feb 2013

Quando muore un bambino

di Luciano Caveri

Ci sono poche cose che lasciano tutti addolorati e straniti come la morte di un bambino. Esiste qualcosa di antico, come un momento corale di raccoglimento, nella condivisione dello strazio di una famiglia che subisca un colpo così duro. Ci pensavo rispetto alla notizia della morte del bimbo di Verrès, che il caso voleva portasse lo stesso nome - Alexis - del mio figlio più piccolo e con lo scarto di tre anni di differenza. Lui cinque, il mio due: ancora pochi giorni fa erano entrambi vestiti da "tamburini" del Carnevale e per lui era certo un'occasione speciale e familiare, essendo i genitori da anni coppia del seguito di Caterina di Challant. Poi la malattia, improvvisa e crudele. Come non mettersi nei panni dei genitori in attesa in ospedale e poi vittime di una notizia che una madre e un padre mai vorrebbero subire, perché davvero in nessuna circostanza un genitore vorrebbe sopravvivere alla morte del proprio figlio. E' qualcosa che - anche di riflesso - mozza il fiato, fa riflettere in profondità, rimette in ordine le priorità della nostra vita, ci pone interrogativi difficili. Così non resta che citare, per chi abbia il privilegio della fede, ma anche per chi può avere una visione laica su che cosa ci attenda dopo la vita, una celebre e consolatoria poesia di Sant'Agostino.

La morte non è niente

La morte non è niente. Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.

Ciao, Alexis.