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23 dic 2012

Attorno ad Internet

di Luciano Caveri

Io non so se tutti sappiano che cosa sia lo "Gangnam style": si tratta di un genere musicale, di ballo, fatto di video esilaranti montati in un certo modo e direi alla fine di un fenomeno di costume legato ad un rapper sudcoreano, tale Psy, che ha segnato il 2012. La moda è esplosa in tutto il mondo con una rapidità e una capillarità ancora più evidente di quanto potesse avvenire in passato, perché a fare da cassa di risonanza è stata la fitta rete di Internet, che come un tam tam planetario ha diffuso il fenomeno dappertutto. Questo più di altro è elemento di riflessione: è infatti un caso fra i tanti che si potevano scegliere che dimostra di come la Rete si imponga in maniera forte e direi soprattutto impensabile. Chi segue questa mia pagina quotidiana sa che ho sempre sostenuto che Internet avrebbe agito in profondità sulla nostra vita, ma sino a qualche anno fa pensavo che la progressione del fenomeno sarebbe stata molto più lenta e meno onnicomprensiva. Ed invece il boom è sotto gli occhi di tutti e avvolge ormai tutti i media in una logica di interazione e di sovrapposizione e agisce soprattutto su di una parte crescente della nostra società, procedendo di pari passo con un'alfabetizzazione ancora più rapida e incisiva di quanto sarebbe stato logico supporre. Chi usa da tempo questi strumenti, resi sempre più performanti dall'affermarsi di nuove tecnologie che si susseguono con grande rapidità, sa che non deve esistere una contrapposizione fra questo mondo digitale e il mondo reale. Chi lo fa, vivendo ad esempio la dimensione dei social media in un fenomeno di isolamento sociale e non di arricchimento delle proprie amicizie in carne e ossa, finisce per finire in aspetti patologici. Ma la tigre, che pure fa paura per alcuni suoi aspetti, va obbligatoriamente cavalcata. Ormai - da tempo lo dico per il "modello valdostano" - non è più questione di "digital divide", vale a dire la rete, che pure va migliorata e resa capillare e deve seguire l'evoluzione tecnica, ma di "cultural divide" e cioè lo sforzo vero è quello di dare contenuti utili ai nostri cittadini perché la Rete sia sempre più uno strumento vivo per la nostra dimensione regionale.