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19 nov 2012

Il cinquantenne Diabolik

di Luciano Caveri

Il tempo che passa non mi turba più di tanto. Forse l'unica circostanza scocciante è che più invecchi e più si nota una costante e percettibile accelerazione, tipo "effetto gorgo", di cui farei volentieri a meno e che dimostra purtroppo la relatività del tempo meglio delle teorie di Einstein. D'altra parte è consolante che progredisca il fenomeno di un invecchiamento generalizzato che si manifesta in forme macroscopiche di gerontocrazia, per cui "sentirsi giovani" è oggetto di un periodico e salutare fenomeno di riposizionamento rispetto a certe "pantere grigie" che non mollano la posizione neanche se le abbatti a fucilate. Molto bene, insomma, se uno non fosse fregato - nel mostrare che il tempo passa - dai figli che crescono con la velocità della luce e passi in un batter d'occhio dal primo giro in bicicletta senza le rotelle ai corsi per la patente di guida. Così i cinquant'anni di Diabolik sono rassicuranti e preoccupanti nello stesso tempo. Il personaggio delle sorelle Giussani, ladro neppure troppo gentiluomo in calzamaglia nera, era nella mia infanzia inserito - per chissà quali dicerie - nei "fumetti vietati". Per cui apparteneva a quei miti giovanili che, avvolti da una sovrastimata pruderie adulta, odoravano di peccato. Dunque quando da ragazzino mi sono trovato a sfogliarli, grazie ad un cugino più grande d'età, la delusione è stata evidente. Io mi immaginavo disegni ad elevato tenore erotico e invece al massimo c'era la fidanzata di Diabolik, Eva Kant, leggermente scollacciata. Nulla in confronto al primo, impressionante giornale porno mostratomi da un compagno di classe delle elementari, Diabolik ha aspetti anche preoccupanti. La lettura per un certo periodo delle storie, per via di una fidanzatina che era abbonata al giornalino, mi dimostrò l'assoluta pochezza dei racconti, assolutamente monotoni e ripetitivi. Diabolik in fondo vivacchiava e le stesse passate e recenti trasposizioni filmiche mostrano la debolezza del personaggio, per altro surclassato dalle vicende quotidiane di cronaca nera che battono ogni finzione. Oltretutto proprio nel 1962 esce il primo film della serie dell'Agente 007, James Bond, che mostra come anche i personaggi di fantasia possano seguire l'evolversi dei tempi senza sapere di naftalina. Basti pensare che sempre nel 1962 nascono e sfornano i primi dischi i Beatles, la cui modernità persiste ancora oggi. O pensiamo al fatto che Marilyn Monroe venne trovata morta nella sua casa a Brentwood, a Los Angeles, sempre nel 1962, con la nascita di un mito che è rimasto inossidabile. Capisco che sono carognoso e mi piace vincere facile come può avvenire - versus Diabolik - con 007, i Beatles e Marilyn (che come testimonial di "Chanel n. 5" era - a mio modesto parere - più apprezzabile di Brad Pitt).