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05 nov 2012

Prepararsi al futuro

di Luciano Caveri

Resta sempre buona l'espressione "villaggio globale" (da cui discende il ben più recente "globalizzazione"), usata per la prima volta nel 1964 da Marshall McLuhan, celebre studioso delle comunicazioni di massa, prima che la rivoluzione digitale completasse quella profezia che le nostre generazioni vivono nella quotidianità. Ci riflettevo questa mattina, leggendo le ultime notizie e guardando le televisioni che raccontano in diretta dell'uragano "Sandy" che sta investendo con violenza diverse zone degli Stati Uniti, pur essendo stato declassato - nella scala della pericolosità - a tempesta post tropicale. Le cronache, compresi i "Tweet" che trasformano ognuno in un giornalista che racconta gli eventi, confermano la drammaticità di fatti di cui ormai siamo informati come se si svolgessero sull'uscio di casa nostra. L'altro aspetto della modernità, in questa sua "variante 2.0", sta nella constatazione - ben presente in chi abiti nei territori montani - di come la Natura continui a influenzare le nostre vite e in fondo questa paralisi di New York è una sorta di vetrina di questa constatazione, che tocca luoghi simbolici come Manhattan dove si concentra come in nessun altro posto l'insieme di fenomeni di potere economici e tecnologici di cui oggi una parte dell'umanità dispone. Ma proprio la mondializzazione mostra come questa tracotanza umana si arresti di fronte al periodico memento della Natura che continua ad incidere sui destini di intere comunità, confrontate con la propria fragilità di fronte alle forze prevedibili e imprevedibili del mondo in cui viviamo. Ecco perché seguire i cambiamenti climatici non è un capriccio. Lo scenario di una Valle d'Aosta senza ghiacciai, con inverni più corti e fenomeni di piogge violente che sconvolgono un territorio sempre più fragile non sono simulazioni futuribili, ma un fatto che si avverte ora e si svilupperà in pochi decenni. Ragionare anche da noi con l'ausilio della scienza e con le necessarie contromisure sui cambiamenti della natura alpina vuol dire solo sapere come dovranno vivere le generazioni dei nostri figli e nipoti e prepararsi per tempo.