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01 nov 2012

Le incertezze sui fondi strutturali

di Luciano Caveri

A cascata i terribili tagli finanziari inflitti alla nostra Regione dallo Stato, in violazione dei più elementari principi autonomistici, colpiscono il sistema degli Enti locali, ogni settore dell'economia sino a raggiungere i cittadini e le loro famiglie. A breve non ci sarà ganglio vitale della nostra società che non ne risentirà ed indigna l'idea che tutto ciò non sia mai avvenuto con l'elementare principio dell'intesa, ma con una logica centralista e con metodi colonialisti che sono anacronistici e pericolosi. Ora, però, dobbiamo anche guardare all'Europa e ai fondi strutturali: nell'attuale periodo di programmazione 2007-2013 la Valle d'Aosta ha avuto 370 milioni di euro, compreso lo "sviluppo rurale" e vi assicuro che la negoziazione di quella cifra - che seguii personalmente - non fu per nulla banale. Questi soldi sono stati utili e diventeranno ancora più preziosi per il prossimo periodo di programmazione 2014-2020. Infatti nei prossimi anni si ridurrà ancora e poi verrà meno il fondo di compensazione dell'Iva da importazione, tassazione sparita nel 1993 con l'avvento del mercato unico. Ma a renderci più poveri ci saranno anche i "tagli" di diverso genere al nostro ordinamento finanziario, già avviato dal Governo Berlusconi e diventati pesantissimi con Monti, specie con la tenaglia fra "riserve erariali" delle nuove tassazioni e impossibilità di spendere del sempre peggiore "Patto di stabilità". Ecco perché bisogna guardare con attenzione a cosa sta avvenendo nell'Unione europea, dove già per il settore agricolo si profilano tagli di bilancio e un possibile rinvio di un anno per l'operatività delle nuove regole e ciò è foriero di guai. Vi trascrivo una lettera che ho ricevuto nella mie veste di capo della delegazione nazionale italiana dal presidente del "Comitato delle Regioni" Ramón Luis Valcárcel Siso e dalla sua vice Mercedes Bresso: "come Lei sa, il 9 ottobre scorso il "Comitato delle Regioni", in sessione plenaria, ha adottato un parere riveduto sul nuovo "Quadro finanziario pluriennale - Qfp" per il periodo dopo il 2013. Il parere si inserisce nel quadro de negoziati interistituzionali in corso su questo dossier, il cui punto culminante sarà il Consiglio europeo straordinario del 22 e 23 novembre prossimi. Il presidente Herman Van Rompuy preparerà questo evento con una serie di riunioni bilaterali con ciascuno Stato membro a partire dal 5 novembre. Per allora la presidenza cipriota del Consiglio avrà pubblicato le sue proposte quantificate del "Qfp" e i negoziati entreranno allora, secondo gli auspici, in dirittura d'arrivo. E' pertanto indispensabile con tutte le nostre forze nei negoziati in corso! È infatti fra oggi e il 23 novembre che tutto sarà deciso e in particolare si fisserà l'entità del bilancio di cui noi, Enti regionali e locali, disporremo per i nostri investimenti nei prossimi sette anni. Come lei sa, una grandissima parte dei nostri investimenti pubblici a livello locale e regionale è condizionata dai fondi strutturali, che, in taluni Stati membri, rappresentano fino ad oltre il sessanta per cento degli investimenti pubblici. Ebbene, siamo convinti che saranno proprio questi investimenti e gli effetti leva e moltiplicatori che ne deriveranno, a permetterci di uscire dalla crisi economica e sociale che stiamo attraversando. Si tratta di esercitare la massima influenza possibile sui nostri Governi nazionali, e in particolare sui nostri rispettivi capi di Stato e di Governo". Questo il cuore della lettera, da cui traspare una fervida attesa e direi che resta in parte celata dal toni ufficiale quella preoccupazione palpabile che ho, invece, riscontrato a Bruxelles. E' bene darsi da fare, sapendo che la posta in gioco - in tempi di vacche magrissime - è fatta in questo caso di somme di denaro cospicue, evitando che al neocentralismo montiano si aggiunga, come ciliegina sulla torta, un tentativo di forte rinazionalizzazione dei fondi strutturali nella giacca alle Regioni senza colpire, semmai, le inadempienti. Una generalizzazione sarebbe una sciagura, l'ennesima, specie per una Regione come la Valle d'Aosta che ha saputo spendere in modo efficace e puntuale i fondi comunitari.