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22 ott 2012

Sulla riduzione dei consiglieri

di Luciano Caveri

Mi tocca, per spiegare le mie ragioni, tornare sul tema della riduzione dei consiglieri regionali. In questa parte della storia contemporanea della nostra autonomia si partì nel 1945 con venticinque consiglieri, comprensivi del presidente della Valle che presiedeva l'Assemblea e che contava su cinque assessori. Nello Statuto del 1948 - a parità grossomodo del numero dei valdostani che era attorno ai 97mila - si passa a trentacinque consiglieri e la prima Giunta Caveri aveva, oltreché il presidente della Regione, sei assessori regionali. Oggi, che siamo alla tredicesima legislatura regionale, i consiglieri sono sempre trentacinque - con quasi 130mila abitanti - e ci sono otto assessori regionali. La proposta di revisione statale, bocciata dalla Corte Costituzionale che ha confermato che per cambiare il numero va fatta obbligatoriamente una modifica con legge costituzionale del nostro Statuto, indica - numero rinnovato anche con il recente decreto legge - venti consiglieri e quattro assessori per le Regioni piccole. Numero già sbagliato perché le Assemblee devono essere dispari e scelta che mette assieme speciali ed ordinarie che hanno funzioni e competenze ben diverse, segno di sciatteria istituzionale. Per altro, aspetto grottesco, chi non si adegua dovrebbe subire la legge del taglione con un blocco della gran parte dei trasferimenti finanziari. Ora è partita la lotta a chi è più "tagliatore" di numero di consiglieri per compiacere l'elettorato. Con punte di umorismo di chi fa autentici saldi anche quando, a conti fatti, scendendo a livelli bassissimi, non avrebbe più eletti. Masochismo? No, furberia di chi vuole farsi bello sapendo bene una cosa: non ci sono più i tempi tecnici per la riforma da applicare, con riduzione, alle prossime regionali. Così qualunque legge dovesse essere approvata dal Consiglio e inviata in Parlamento cadrebbe con la fine ormai imminente della legislatura nazionale per il voto delle politiche nel mese di aprile. La ragione è semplice e risulta nell'articolo 138 della Costituzione che qui riporto per chiarezza con il suo comma 1: "Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione". Chiaro? Aggiungiamo un secondo elemento: l'abbassamento del numero dei consiglieri a ventuno, venticinque o ventisette innescherebbe l'obbligo di una nuova legge elettorale e di una norma nella stessa legge che chiarisca il numero degli assessori e decida se computarli o meno nel numero dei consiglieri. Ma su questa legge ci vogliono almeno ventiquattro voti e può essere impugnata dal Governo e viene sottoposta - lo dice l'articolo 15 dello Statuto, riscritto da me in buona parte all'epoca della sua riforma, quando ero deputato - a particolare procedura referendaria. Leggiamo insieme quella parte: "La legge regionale di cui al secondo comma è sottoposta a referendum regionale, la cui disciplina è prevista da apposita legge regionale, qualora entro tre mesi dalla sua pubblicazione ne faccia richiesta un cinquantesimo degli elettori della Regione o un quinto dei componenti il Consiglio della Valle. La legge sottoposta a referendum non è promulgata se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi. Se la legge è stata approvata a maggioranza dei due terzi dei componenti il Consiglio della Valle, si fa luogo a referendum soltanto se, entro tre mesi dalla sua pubblicazione, la richiesta è sottoscritta da un quindicesimo degli aventi diritto al voto per l'elezione del Consiglio della Valle". Come capite, votandosi in Valle per le regionali il 26 maggio prossimo non esiste possibilità che questa "legge regionale rinforzata" si possa approvare, ma abbiamo già detto dell'impossibilità che si approvi la precedente e indispensabile riforma costituzionale. Per questo la riduzione dei consiglieri in questa fase è solo un'azione dimostrativa che vuole far vedere quanto si sia - ma solo potenzialmente - "bravi" nel ridurre. Per carità non mi oppongo affatto per non risultare, per contro, il "cattivone" di turno, ma si sappia che è solo un ballon d'essai destinato a perdersi nel cielo.