Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
14 giu 2012

Sempre più complicato

di Luciano Caveri

Sono stato ad un dibattito, organizzato dall'Ucsi - Unione cattolica stampa italiana al Seminario maggiore di Aosta, sul rapporto fra informazione e mondo ecclesiale. La mia tesi è questa. Ci sono due filoni seguiti dai nostri mezzi d'informazione. Il primo è stato eccezionale, dovuto alla serie di combinazioni che hanno spinto i due ultimi Papi della Chiesa cattolica a passare da noi periodi delle loro vacanze. Ciò ha consentito un'esperienza unica ai cronisti locali, prima con i numerosi soggiorni di Giovanni Paolo II e successivamente con Benedetto XVI, che ormai difficilmente farà vacanze diverse da quelle domestiche a Castelgandolfo. Il secondo filone riguarda la Chiesa locale e, in primis, con l'evoluzione incredibile dei media locali nel dopoguerra a fronte di quattro Vescovi, che si succeduti alla guida della Diocesi, molto diversi fra loro come personalità e formazione: Maturino Blanchet, Ovidio Lari, Giuseppe Anfossi e l'attuale Franco Lovignana. Io penso che, eccettuato il "Corriere della Valle", settimanale della Curia, gli altri mezzi d'informazione tendano legittimamente ad occuparsi del mondo cattolico a condizione che «ci sia la notizia».  L'altro aspetto è che nel tempo la società valdostana si è fortemente laicizzata e aperta - specie per il fenomeno migratorio - anche ad altre confessioni religiose, che si sono affiancate al pur prevalente cattolicesimo "storico" e alla piccola presenza dei valdesi.  Mi riferisco alla grande comunità islamica, composta principalmente da cittadini dei Paesi del Maghreb e dell'Albania. Ho immaginato nel mio intervento che un primo "caso" che potrebbe accendere il dibattito - per confermare, con un esempio concreto, che solo una notizia fa informazione - potrebbe essere la reiterata richiesta di una moschea ad Aosta, che la comunità musulmana presenta periodicamente. Di recente mi è stato mostrato per conoscenza un progetto della possibile nuova struttura, che dovrebbe essere - con moschea, asilo, spazi culturali e ricreativi - un superamento dell'attuale luogo di culto in via Trottechien presso l'Associazione islamica. Insomma: tutto è sempre più complicato.

P.S.: continua la strage di cristiani in Nigeria, ammazzati nelle chiese.