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01 giu 2012

Sogno o son desto?

di Luciano Caveri

A Roma si riapre il tavolo tecnico-politico con le Regioni a Statuto speciale, previsto dalle norme sul "federalismo fiscale", e si capisce subito il clima. E il clima è di una semplicità disarmante: il Governo "tecnico" - che però sta in piedi con i voti bipartisan di destra e sinistra - vuole rastrellare più soldi possibile dal sistema autonomistico e ha deciso di spennare quelle che considera le "galline più grasse", le "speciali". Con dei distinguo: per quelle del Nord - Trento, Bolzano, Friuli Venezia Giulia e noi - lo ha fatto e lo sta facendo, nel solco del Governo Berlusconi (fortuna che doveva essere un "Governo amico", ma i conti non tornano e le promesse son rimaste tali), con una logica brutale di tagli. Con le due isole, Sicilia e Sardegna, la mano è meno ferma, specie con i siciliani il cui numero di deputati e senatori invita alla cautela, per quanto nel rispetto delle norme sul "Patto di stabilità" non ci siano mai e poi mai rientrati e le minacce di interventi draconiani sono svaporate in fretta.  Così nel mirino restano le "speciali" del Nord, galline ormai denudate e direi che se va avanti così la logica diventa manifesta: vogliono tirarci il collo. Un'operazione ben supportata da "giornali amici" che da mesi bombardano le "speciali", dicendo che la storia che aveva portato alla differenziazione degli Statuti è finita e quel che resta è solo un cascame di privilegi non più tollerabili in tempo di crisi. L'esame dei fatti è sempre statistico e contabile per dimostrare l'assunto e procedere con una manovra a tenaglia che consiste, anzitutto, in una riduzione crescente delle risorse, come degli assedianti che affamano gli assediati, e poi con periodici attacchi a funzioni e competenze, contando sui tempi biblici e anche sul supporto giuridico delle decisioni della Corte Costituzionale. Credo che da Roma contino, in questo minuetto di incontri che si svolgeranno, sul fatto che le popolazioni siano ormai come la "Bella addormentata nel bosco" e l'unico modo per suonare la carica e il risveglio sta nella constatazione che un giorno si arriverà al nocciolo della questione. Infatti tutto quanto avviene sino ad oggi non tocca quell'articolo 116 della Costituzione su cui si fonda anche la nostra autonomia speciale con lo Statuto in vigore. Un giorno o l'altro crescerà la tentazione di staccare quella spina.