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20 mag 2012

Il grillismo

di Luciano Caveri

Si parla di "antipolitica" con riferimento al MoVimento (scritto così) 5 Stelle, creato e diretto dall'ex comico Beppe Grillo ed emerso nelle ultime amministrative, dopo aver vivacchiato già da tempo in una politica prevalentemente virtuale via Internet o attraverso i comizi-spettacoli del fondatore, cui non manca la verve e un gusto per le invettive, piuttosto greve. I "grillini" sono gli aderenti al suo partito dichiaratamente "personalista" e non è un giudizio di valore, ma una constatazione che si vede scritta nel simbolo e in una struttura di comando che ruota attorno al leader e alle sue decisioni. Leggere programmi e proclami non permette di capire con esattezza dove collocarli e non è un caso che abbiano sottratto voti a destra come a sinistra. In Valle hanno già annunciato una lista per le regionali e immagino che ciò derivi dalla scelta di sfruttare il vento in poppa dopo le recenti amministrative e la presenza anche da noi di elementi che possono generare un voto di protesta. Non ci vedo niente di strano e non penso che incarnino davvero l'antipolitica. Infatti il terreno di confronto resta anche per loro la politica e cosa potrebbe esserci di altro in democrazia? Così i grillini partecipano alla partita attraverso le elezioni e la logica è sostituirsi a chi c'è oggi. Una concorrenza legittima direi giocata sul piano della freschezza e del pragmatismo in una logica antisistema e antipartiti che li colloca in un'area populistica che scompare e riappare nella politica italiana. Come sempre, dovrà fare i conti con la realtà, che è complessa come non mai ed "essere contro" è una benzina che non dura a lungo, anche se il periodo di crisi e un sistema di partiti ormai in tilt possono essere propizi per trovare spazi. Poi toccherà proporre, fare, organizzarsi e questo diventerà il loro vero banco di prova e c'è da prevedere che tutto si farà più difficile.