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23 mar 2012

La deriva senza federalismo

di Luciano Caveri

In Italia, a scorrere l'elenco dei Governi dal dopoguerra ad oggi, si trova uno dei mali atavici della democrazia italiana: l'instabilità. In concreto abbiamo avuto, mediamente, una durata di un anno del Governo in carica e dunque è come se - sempre in una logica di media - ogni anno ci fosse stato un nuovo Presidente del Consiglio o il Premier in carica fosse stato, in alternativa, obbligato ad un rimpasto. I cambiamenti delle leggi elettorali e il rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio dei Ministri, le modifiche dei regolamenti parlamentari e la semplificazione della partitocrazia sono avvenuti tutti a Costituzione invariata. Gli unici esercizi veri sulla Costituzione, con memorabili pasticci, hanno riguardato il regionalismo, cui si è aggiunto - esemplare dimostrazione di come si può dire una cosa e farne un'altra - il federalismo fiscale. Ma torniamo alla governabilità. Non si può negare che questo andirivieni di Governi sia stato nocivo, anche se alla fine l'Italia ha finito per conviverci. Un po' come è avvenuto con la classe politica, composta purtroppo da una parte di esponenti di dubbio valore e come tali criticati giustamente, talvolta - potrei citare esempi viventi in Valle - dagli stessi che li hanno votati. Come se essere eletti non prevedesse obblighi minimali di alfabetizzazione. Ora al Governo ci sono i "tecnici", esponenti di diverse aree politiche, uniti dall'insolito destino di supplire alla politica, dimostratasi incapace di trovare, dopo averlo fatto per anni, alchimie parlamentari per avere un esecutivo contro la crisi dell'economia e lo sfascio delle finanze pubbliche. "Tecnico" viene dal latino "technĭcus - maestro di un'arte", che viene a suo volta dal greco "tekhnikós - esperto, capace", derivato. di "tékhnē - arte, padronanza di un mestiere", dalla stessa radice di "téktōn -onos - artefice, costruttore". Ognuno usi l'etimologia come preferisce. In Valle - ancora di recente lo ha fatto il mio Movimento politico e ce ne sono ragioni nella serie di decreti legge - vengono criticati alcuni atti del Governo Monti.  Ma è proprio la storia italiana a confermarci che passerà e che resterà, anche dopo di lui la malattia non curata: la forma di Stato che l'Italia ha scelto e che è ben più sostanziale della forma di governo. O ci sarà una "rivoluzione federalista" per chi la vuole o il baratro prima o poi arriverà.