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23 mar 2012

Quei cantieri aperti

di Luciano Caveri

Quando comprammo come Regione, all'epoca della mia presidenza, il complesso dei beni ex "Sitav", specie immobili e terreni dell'"accerchiamento" del "Casino de la Vallée", fui vittima di una forte campagna d'attacchi personali per questa scelta. E lo fui anche in seguito per l'insieme di progetti predisposti per la "nuova" casa da gioco e per la modernizzazione del "Grand Hôtel Billia", condizione essenziale per un rilancio. Ieri pomeriggio ho avuto, con alcuni colleghi del Consiglio Valle, il piacere di visitare i diversi cantieri a Saint-Vincent, aperti in contemporanea e che sono di fatto conseguenti alla scelta originaria, pur con opzioni costruttive affinate nel tempo. Sono lavori in corso piuttosto impressionanti, specie per chi ha memoria delle trasformazioni nel tempo del Casinò di Saint-Vincent, sia sul versante delle sale da gioco e del salone delle manifestazioni che per i profondi cambiamenti alla parte alberghiera e di ristorazione. Ma questo significa anche uno spazio benessere e soprattutto un centro congressi all'altezza della situazione. Aggiungendo importanti rinnovamenti ad alcuni sistemi tecnologici, la cifra complessiva del rilancio fra tremare i polsi, sfiorando i settanta milioni di euro. Non si può che concordare sulla necessità di queste opere di profondo adeguamento delle strutture del Casinò e di tutto quanto ruota attorno a questa offerta turistica. So bene quanto la sfida sia impressionante e non è solo una questione di soldi investiti, ma di strategie e piani concreti per far fruttare questo gigantesco investimento, i cui tempi di conclusione sono ravvicinati. In questo senso è bene non perdere di vista il "core business" del gioco, oggi colpito da problemi seri e complessi con i bilanci in picchiata ed è bene esserne consapevoli senza raccontare storie. La scommessa è la differenziazione del "prodotto Saint-Vincent", anche con le rinnovate Terme, che sono ormai sulla dirittura d'arrivo, Si tratta di una sfida per la Valle d'Aosta intera in tempi che si sono fatti inaspettatamente ancora più difficili.