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03 feb 2012

Si è spento Scalfaro

di Luciano Caveri

Se ne va un altro protagonista della politica italiana del dopoguerra, Oscar Luigi Scalfaro, che ho conosciuto bene da deputato. Nel 1992 lo votai come Presidente della Camera e poco dopo, nel terribile momento di attentati della mafia, come Presidente della Repubblica. Per questo nei sette anni successivi ebbi modo in molte occasioni di incontrarlo al Quirinale e devo dire che furono sempre colloqui (ad esempio per le consultazioni ufficiali nel delicato periodo di "Tangentopoli") o incontri vari di grande interesse. Scalfaro, da novarese, scherzava con noi valdostani sul fatto che il Monte Rosa fosse la "sua montagna". Con me aveva un atteggiamento paterno e affettuoso, di cui gli sono grato, perché non dispensava con facilità la sua stima. Ricordo che si divertiva molto a farsi raccontare il "dietro le quinte" delle vicende di Montecitorio non risparmiando le sue battute caustiche su chi non apprezzava. Grande oratore, lo ricordo come uno dei pochi politici italiani in grado si affrontare un pubblico con interventi "a braccio" di grande efficacia. Politicamente era passato da posizioni conservatrici nella destra democristiana ad uno schieramento antiberlusconiano certamente più "liberal", ma senza toccare quella sua religiosità tradizionalista. Un giorno, dai documenti, capiremo se davvero nel celebre "affaire Casino", che colpì Saint-Vincent e decapitò la politica valdostana all'inizio degli anni Ottanta, ci fosse stato o meno, come si diceva allora, il suo zampino quale Ministro dell'Interno.