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23 gen 2012

Attorno alla sussidiarietà

di Luciano Caveri

Alla Camera dei deputati ho passato un pochino meno di un terzo della mia vita attuale. Ci sono entrato giovane e uscito uomo di mezza età. Tornarci fa sempre piacere, perché i luoghi sono sempre quelli, imbevuti di storia e pieni anche di ricordi personali. Ieri ci sono stato per un'audizione, presso la "Commissione politiche dell'Unione europea" (di cui sono stato pure membro), in cui ero chiamato - come capo della delegazione italiana al "Comitato delle Regioni" - a parlare su di un tema apparentemente tecnico in realtà molto politico e assai interessante anche per una Regione autonoma come la nostra. La discussione che ne è seguita, con alcuni parlamentari "big", è stata inaspettata e molto stimolante. Il dato di discussione è un'iniziativa della Commissione che si chiama "legiferare con intelligenza", che parte dal presupposto che ci sono diversi livelli di governo e dunque bisogna fare agire la sussidiarietà - in sostanza il rispetto reciproco dei ruoli per non "invadere il campo" - come antidoto contro il centralismo di Bruxelles. Tema da far tremare i polsi e da tempo i Parlamenti nazionali rivendicano la necessità che l'Unione europea si coordini con gli Stati e non pesti i piedi ai legislatori nazionali. Questo vale anche per la democrazia locale, specie le Regioni come la nostra che hanno un forte potere legislativo e devono destreggiarsi - rischiando di essere schiacciate da sopra e da sotto - rispetto all'invadenza dello Stato e dell'Europa. Mentre nella parte "discendente", cioè applicativa, le Regioni - e la Valle lo ha fatto con la sua legge comunitaria - devono tirarsi su i pantaloni e osare nell'applicazione della normazione comunitaria, le cose non vanno nella fase ascendente pre-legislativa e nelle normative più propriamente tecniche (ex comitologia). In questo caso lo Stato italiano non applica le sue stesse leggi, che prevederebbero un ruolo forte delle Regioni sino all'affiancamento di membri regionali ai Ministri nazionali nel corso dei Consigli europei. Ma questo a nessun Governo è mai piaciuto e le Regioni sono state, purtroppo, spettatrici di decisioni assunte su poteri e competenze di loro pertinenza senza poter partecipare e interloquire in spregio appunto al principio di sussidarietà. Non a caso questo principio non può essere scisso, secondo me e ieri l'ho ribadito, da un vero federalismo europeo senza il quale la democrazia nell'Unione rischia di essere solo un'affermazione di principio e allontanarsi progressivamente dai cittadini che hanno nelle istituzioni di maggior prossimità il punto di riferimento.