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21 giu 2012

La strategia macroregionale alpina

di Luciano Caveri

Il presente preoccupa e potrei fare l'elenco di timori e insoddisfazioni, che immagino corrisponderebbero a quelle di chi legge questo post. Ma buona regola è quella, in queste circostanze, di guardare avanti, tanto piangersi addosso o arrovellarsi sui problemi non serve. Se c'è, invece, qualche cosa di davvero consolatorio è quello di guardare al futuro con un minimo di speranze. Scriveva il grande geografo Paul Guichonnet: «les Alpes sont, certainement, les montagnes les plus singulières et attachantes de la Terre. Au cœur du continent européen, berceau de la civilisation industrielle développée, elles séparent et unissent, tout à la fois, le monde méditerranéen et les façades nordiques et océaniques du continent, dont elles constituent l'ossature majeure». Le sue conclusioni sono espresse con grande efficacia in una breve frase: «la recomposition d'un espace alpin, moins subordonné et asservi, ne pourra se faire que dans le cadre de l'intégration européenne». Lentissimamente il dibattito sul tema progredisce, fallito quell'accordo internazionale risalente all'inizio degli anni Novanta, noto come "Convenzione Alpina", che ha avuto il pregio di dare dignità giuridica all'idea, ma il grave limite di essere "imposto" alle popolazioni alpine. Da allora si è aggiunto il fondo strutturale, con perimetrazione più ampia (sino all'Alsazia e con lingua di lavoro l'inglese...), conosciuto come "Spazio Alpino", che ha caratteristiche più tecniche che politiche. Ma la spinta nuova - di cui ho discusso a Grenoble giorni fa - è quella di avere, nel quadro dell'Unione europea, una strategia macroregionale delle Alpi in analogia a quelle già in sviluppo attorno al Mar Baltico e al fiume Danubio. Il tema è appassionante e se a un progetto vanno trovate dei padri e un fondo culturale, certo i valdostani lo possono fare. Scriveva l'Abbé Joseph Bréan, riprendendo un tema caro ad Emile Chanoux, in "Civilisation alpestre": «le moment est peut-être venu où cet immense réservoir de valeurs humaines, constitué par les Pays des Alpes, doit ouvrir ses écluses, pour répandre tout autour les flots d'une civilisation capable de sauver et de rénover le vieux continent, ce noble et malheureux continent qui se débat dans un désarroi angoissant, cherchant une voie de salut».