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18 gen 2012

Il miracoloso rating

di Luciano Caveri

A dettare i destini politici è ormai un giudice mai previsto dai politologi e dagli studiosi del diritto costituzionale: "Standard and Poor's" e le sue consorelle che si occupano delle stesse cose, che sono tutte umanissime società private, trasformate in epoca di crisi in una sorta di entità ultraterrena dal cui verdetto dipendono i destini di interi Paesi. Occupandosi di rating (che è - lo ricordo - la valutazione del livello di affidabilità e di efficienza ai fini della concessione di crediti. In sintesi: il grado stesso di affidabilità), ha declassato mezza Europa. L'Italia slitta di due posti, scendendo a BBB+ (come Colombia e Perù) e ciò deprime il quadro finanziario per le paure generate. Una scelta violenta per noi e per un'Unione europea che, pur fra mille incertezze, sta reagendo davvero ai problemi. E il caso italiano, dove sono stati "ingaggiati" tecnici al posto dei politici, è esemplare di un momento «lacrime e sangue». Certo  a catena la decisione riguardante l'Italia inciderà sulla solidità di tutti i sistemi economici sottostanti, Valle d'Aosta compresa, in un'epoca in cui si è scelta - per alcune "grandi opere" - la strada dell'indebitamento della Regione attraverso un ruolo "tecnico" di "Finaosta". E' ovvio che il costo del denaro derivante dall'operazione complessiva sarà salato con questa situazione di continuo degrado, sapendo oltretutto quanto le "speciali" siano nel mirino, con il solito occhio di riguardo per la Regione siciliana, come se fosse un esempio di virtù. Questo è quanto avviene e non resta che prenderne atto anche se non ci piace. Certo il periodo delle "vacche grasse" è definitivamente seppellito e con esso un certo modo di fare politica e di concepire l'amministrazione. Il passaggio appare difficile e doloroso, ma non resta che affrontarlo.