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13 gen 2012

Sapere le cose

di Luciano Caveri

Archiviato il lungo periodo natalizio, che è servito come distrazione utile rispetto ai gravi problemi italiani, ora si riparte. Il rientro a pieno alla normalità ha già elementi piuttosto deprimenti, perché la fine delle feste significa guardare in faccia la realtà, se poi il clima generale è quello che è in questo inizio del 2012, allora è meglio mettersi di buzzo buono e, a costo di ripetermi, vorrei dirvi che cosa significa. Come politico sono seriamente preoccupato: l'amara medicina della "Finanziaria Monti" è stata ingollata in tutta fretta e mi pare che non si potesse fare altrimenti. Penso che in Consiglio Valle sia bene, negli spazi propri rispetto all'esecutivo se si ritiene che ce siano (e naturalmente la mia risposta è positiva) studiare gli impatti della Manovra e si vigili sulle nuove misure annunciate in queste ore. Molte di queste porrebbero incidere profondamente sulla Valle. Ma non sono le singole misure a preoccuparmi, quanto la necessità di interloquire con il Governo su di un attitudine di fondo: l'idea delle Regioni e Province autonome come fonte indebita di privilegi. La vulgata si diffonde e svilisce gravemente la storia e il ruolo attuale delle specialità. Questo presupposto nel dialogo, essendo un tarlo già presente da anni nel dibattito politico e nella pubblicistica italiana, va chiarito con il Presidente Monti e non bastano i fugaci riferimenti dati al momento della fiducia. Intendiamoci: il Presidente della Repubblica, ancora di recente ad Aosta, è stato chiaro sulle specialità, di cui Giorgio Napolitano ha ribadito ruolo e importanza, pur con qualche distinguo - per noi positivo - sugli esiti. E' anche positivo che il Governo regionale abbia impugnato la Finanziaria estiva di Silvio Berlusconi per le violazioni del nostro Statuto e farà lo stesso sulle norme antiautonomiste del decreto "salva Italia", ma non si può passare la vita sperando nel ruolo di tutela della Corte Costituzionale. Sapendo che da tempo l'"invasività" è motivata dal rientro dal debito pubblico e aspettiamoci crescenti sorprese con l'impiego del pretesto delle liberalizzazioni e delle norme sulla concorrenza. Ecco perché ci vuole un cambio di passo per evitare che, legge dopo legge, ci possa essere per le autonomie speciali un paradossale calvario nei mesi a venire: una sistematica violazione del dettato costituzionale e degli Statuti d'autonomia facendo finta di niente. Se questa fosse una delle chiavi di lettura di questo periodo politico, in continuità con storie già vissute in passato, e bene saperlo in un "vis à vis" con il Governo.