Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e analizzare il nostro traffico. Si prega di decidere se si è disposti ad accettare i cookie dal nostro sito Web.
05 gen 2012

Aspettando il nuovo anno

di Luciano Caveri

Per quanto mi sforzi, non trovo ricordi d'infanzia sul Capodanno. Segno che venivo spedito a dormire: regola che trovo ragionevole, quando mi capita di vedere in occasione festive e no bambini di tutte le età, stanchi morti, portati in giro da genitori gaudenti. Ho invece nettissimo il ricordo dei Capodanni a cavallo fra adolescenza e giovinezza, molti dei quali "celebrati" a Champoluc. Ricordo una villetta isolata nel "Bosco alle Fate nere" sede di divertenti baccanali. Evoco i ripetuti fine anno nella tavernetta di un amico torinese, trasformata in vera e propria discoteca. A me piaceva organizzare queste feste e ricordo un periodo in cui mi ero fissato con i fuochi d'artificio e ne compravo ad Aosta di mirabolanti (oggi vige il proibizionismo pirotecnico, che mi domando come sarà fatto rispettare, se non non si comincia dal divieto di vendita!). Mi fermo qui per non piombare in un patetico elenco di ricordi di quella "compagnia", dispersa per le circostanze della vita, che mischiava noi autoctoni con ragazzi di diversa provenienza. Un'esperienza di crescita e di confronto preziosissima. Poi, negli anni successivi, il mio Capodanno si è "imborghesito", diventando sempre più un'occasione familiare e intima, eccettuata qualche esperienza di viaggio esotico in cui la mancanza di panorami invernali crea uno strano effetto di straniamento. Spero che il vostro Capodanno sia gioioso e che l'anno che verrà risulti foriero di tante cose belle. Ce n'è bisogno.