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01 gen 2012

I tormenti di una generazione

di Luciano Caveri

Vorrei tornare sulla morte di Giorgio Bocca, un grande giornalista, significativo della sua generazione, la stessa - perché nati attorno agli anni Venti del secolo scorso - di mio padre. Uomini segnati profondamente dalle tragiche vicende dell'ultima Guerra mondiale, formati in una cultura ancora ottocentesca e poi precipitati nel fascismo, con il quale erano cresciuti (racconto qui sotto che si conoscevano perché atleti dello sci), vivendo poi la ribellione antifascista grazie alle storie familiari e ad una scelta di libertà per nulla banale. Quella generazione, che ho conosciuto anche attraverso mio zio Ulrico Masini, capo partigiano di "Giustizia e Libertà" in bassa Valle (le stesse formazioni partigiane di Bocca, suo coetaneo), che ha vissuto il boom del dopoguerra senza mai veramente liberarsi dai terribili fantasmi della loro giovinezza.  Giorgio Bocca, con il suo pessimismo ormai cupo dell'ultimo periodo e anche certe "simpatie" politiche ondivaghe, esprimeva bene la loro paura, quella di essersi battuti per la democrazia e di aver lavorato come matti negli anni della ricostruzione con il timore appunto, negli ultimi anni della loro vita, di non avercela fatta con questa Italia che sembrava tornare al punto di partenza. L'antifascismo non era per loro una medaglietta da mettere sul bavero della giacca. E per questo in mio padre e in mio zio il progressivo sdoganamento dei fascisti era un elemento di angoscia, specie con certi discorsi revisionisti da voltastomaco. Non lo facevano "perché di sinistra", essendo entrambi unionisti di simpatie azioniste. Anche per questo mi colpisce la morte, molto più "pubblica" essendo un famoso giornalista, di Giorgio Bocca, trovando in lui tratti e pensieri dei miei cari e di molti miei amici della sua generazione, quasi tutti ormai scomparsi. Resta, coscritto di Bocca, il roccioso César Dujany. Sembrerà singolare, ma quando ero giovane avevo come amici anche delle persone molte più vecchie. Trovavo nei loro racconti le ragioni per capire meglio i passaggi della storia e per questo credo di essere diventato molto più consapevole. Li ringrazio per questo. Visto che Bocca "riposerà" in Valle d'Aosta, sarebbe davvero interessante, qualora la famiglia lo consentisse, se la messe enorme di archivi e scritti raccolti in una lunghissima carriera fossero visibili e consultabili in una nostra istituzione culturale.