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30 dic 2011

Il giorno stesso: niente piva!

di Luciano Caveri

Tra un anno, se i maya avessero avuto ragione (o meglio chi ritiene di interpretarli), il mondo dovrebbe essere già finito. Basta un pochino di memoria per ricordarsi quante volte sia stata profetizzata la "fine del mondo", per cui - bufala più bufala meno - poco cambia. E dunque fra un anno il Natale ci sarà in barba a indovini, chiromanti e iettatori. Però non ci vuole molto a capire che quest'anno, benché la crisi abbia già investito almeno tre Natali precedenti a questo, c'è davvero qualcosa di diverso. Non mi riferisco alle statistiche sui consumi, la cui credibilità in tempo reale è improbabile, quanto all'impalpabile atteggiamento psicologico di gran parte di noi. Esiste, più che in altre momenti, un senso di attesa e di sottile angoscia rispetto alle prospettive dei mesi a venire. Come se anni di preoccupazioni e disagi fossero alla fine confluiti in un gigantesco imbuto e oggi fossimo spettatori di un passaggio delicato di cui sfuggono gli esatti confini. Rincari generalizzati, incertezze nel lavoro, volatilità del futuro pensionistico, politica in crisi nera e via di questo passo. Roba da passare il Natale, che dovrebbe essere il giorno della distrazione per eccellenza, con la piva (nel senso di muso, perché ormai le cornamuse natalizie tacciono!). Ma Natale, per fortuna, ha la sua celebre magia e dunque utilizziamo questa tregua di qualche ora distraendoci dai cattivi pensieri. Per me poi il compleanno porterà 53 candeline: non me ne sono accorto e il tempo mi ha fregato!