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21 dic 2011

Le "speciali" arrabbiate

di Luciano Caveri

Che Mario Monti non fosse Babbo Natale di dubbi non ce n'erano. Il nuovo asse "Roma-Bruxelles" da lui incarnato non lasciava spazi a giocosità e sulla manovra c'è poco da dire se non scegliere il vocabolo preferito fra "stangata" e "mazzata". Ciò avviene alla fine senza gli attesi colpi d'ala e con scarsi elementi di originalità, come qualcuno si aspettava, ma il cuore della Finanziaria ruota attorno ai salassi fiscali di vario genere e agli aspetti previdenziali draconiani. Il presidente Monti dovrà ricucire con le penalizzatissime Regioni a Statuto speciale e con le Province autonome. Basti pensare che a Bolzano il leader della Südtiroler Volkspartei, Richard Theiner, ha letteralmente lanciato una sfida ed un avvertimento a Roma: «la Svp - ha detto - è sempre stata una convinta sostenitrice del processo di autonomia dell'Alto Adige Südtirol, ma non vorrei che queste ultime scelte di Roma possano anche farci cambiare idea». Acqua sul fuoco dell'autodeterminazione è stata lanciata in Provincia dal presidente Luis Durnwalder, che ha attenuato la linea dura del "suo" segretario di partito, rispondendo a quanti sollecitano uno Stato autonomo: «se vogliamo uno Stato - ha precisato - c'è bisogno di confini, e non mi potete dire che si può fare, proprio perché in Europa non ci sono più confini. E non dobbiamo creare nuovi confini, ma superare quelli esistenti: nessuno prenderà mai sul serio questo tipo di proposte, ed è sbagliato creare illusioni. Secondo i recenti sondaggi, peraltro, solo il quattordici per cento dei nostri concittadini vorrebbe uno Stato autonomo». Quel che accomuna le "speciali", compresa la Valle, non è solo il taglio dei trasferimenti non concordato così come la mancata devoluzione in sede locale di una cospicua quota delle nuove tasse che andranno a Roma (in barba alle norme d'attuazione), ma soprattutto i nuovi meccanismi del "Patto di stabilità" che potrebbero strangolare i bilanci, creando un "effetto tagliola" pericolosissimo. C'è da sperare che il Governo Monti capisca la delicatezza del passaggio e che in Valle, come dico da tempo, l'occasione serva per un dibattito sul futuro della nostra autonomia.